martedì 9 novembre 2010

Qoèlet - Ottavo appuntamento

Torna l'appuntamento settimanale con il Qoèlet giunto quest'oggi all'ottavo capitolo:


1Chi è come il saggio?
Chi conosce la spiegazione delle cose?
La sapienza dell'uomo ne rischiara il volto,
ne cambia la durezza del viso.

2Osserva gli ordini del re e, a causa del giuramento fatto a Dio, 3non allontanarti in fretta da lui e non persistere nel male; perché egli può fare ciò che vuole. 4Infatti, la parola del re è sovrana; chi può dirgli: "Che fai?". 5Chi osserva il comando non prova alcun male; la mente del saggio conosce il tempo e il giudizio. 6Infatti, per ogni cosa vi è tempo e giudizio e il male dell'uomo ricade gravemente su chi lo fa. 7Questi ignora che cosa accadrà; chi mai può indicargli come avverrà? 8Nessun uomo è padrone del suo soffio vitale tanto da trattenerlo, né alcuno ha potere sul giorno della sua morte, né c'è scampo dalla lotta; l'iniquità non salva colui che la compie.
9Tutto questo ho visto riflettendo su ogni azione che si compie sotto il sole, quando l'uomo domina sull'altro uomo, a proprio danno. 10Frattanto ho visto empi venir condotti alla sepoltura; invece, partirsene dal luogo santo ed essere dimenticati nella città coloro che avevano operato rettamente. Anche questo è vanità. 11Poiché non si dà una sentenza immediata contro una cattiva azione, per questo il cuore dei figli dell'uomo è pieno di voglia di fare il male; 12poiché il peccatore, anche se commette il male cento volte, ha lunga vita. Tuttavia so che saranno felici coloro che temono Dio, appunto perché provano timore davanti a lui, 13e non sarà felice l'empio e non allungherà come un'ombra i suoi giorni, perché egli non teme Dio. 14Sulla terra si ha questa delusione: vi sono giusti ai quali tocca la sorte meritata dagli empi con le loro opere, e vi sono empi ai quali tocca la sorte meritata dai giusti con le loro opere. Io dico che anche questo è vanità.
15Perciò approvo l'allegria, perché l'uomo non ha altra felicità, sotto il sole, che mangiare e bere e stare allegro. Sia questa la sua compagnia nelle sue fatiche, durante i giorni di vita che Dio gli concede sotto il sole.
16Quando mi sono applicato a conoscere la sapienza e a considerare l'affannarsi che si fa sulla terra - poiché l'uomo non conosce riposo né giorno né notte - 17allora ho osservato tutta l'opera di Dio, e che l'uomo non può scoprire la ragione di quanto si compie sotto il sole; per quanto si affatichi a cercare, non può scoprirla. Anche se un saggio dicesse di conoscerla, nessuno potrebbe trovarla.

COMMENTO

Il male torna sempre indietro a chi lo commette, presto o tardi, ma anche nel presente anche se ad occhi poco attenti non è visibile; il male di stare lontani dal Signore. Infatti chi compie il male si preclude lo stare accanto al Signore e questa è di per se una sofferenza ed un male per l'anima. E' immediata e di facile comprensione la parte centrale di questo capitolo poiché questa realtà è visibile sotto gli occhi di quanti coloro praticando il bene vedono capitare agli empi ciò che dovrebbe capitare a loro. In poche parole agli empi apparentemente le cose vanno bene a differenza dei giusti che sembrano soffrire. Ma in verità la spiegazione è più semplice di quel che si pensa: il Signore pone nella sofferenza i giusti perché nella prova essi possano fortificarsi e al contempo perseverare nell'amore per diventare degni di Lui e conseguire la santità e quindi la salvezza eterna. Agli empi le cose vanno bene fino ad un certo punto perché poi come possiamo anche apprendere dalle cronache, succede sempre qualcosa che sconvolge la loro vita e li vediamo disperdersi e disperarsi a differenza del giusto che invece pur nella sofferenza e nelle difficoltà gioisce nel Signore poiché egli resiste come la casa costruita sulla roccia, come dice Gesù: 

Perciò chiunque ascolta queste mie parole e le mette in pratica, è simile a un uomo saggio che ha costruito la sua casa sulla roccia. 25 Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa non cadde, perché era fondata sopra la roccia. 26 Chiunque ascolta queste mie parole e non le mette in pratica, è simile a un uomo stolto che ha costruito la sua casa sulla sabbia. 27 Cadde la pioggia, strariparono i fiumi, soffiarono i venti e si abbatterono su quella casa, ed essa cadde, e la sua rovina fu grande. (Mt 7, 24-27)

Non invidiamo coloro che pur facendo il male vivono nel benessere, ma siamo invece felici di noi quando facciamo il bene e viviamo nelle difficoltà poiché le prove sono quel crogiuolo nel quale il Signore rende le anime come a oro fino. Gli empi invece vedranno la fine del loro benessere e dovranno far fronte alla dolorosa realtà eterna della dannazione se non si convertiranno. Per questi motivi dobbiamo pregare per quanti praticano una condotta di peccato perché possano abbandonare le loro certezze terrene e rinnegare sé stessi come fece San Francesco d'Assisi per vivere una vita di Cielo e conseguire così l'eterna beatitudine. Gesù è venuto per questo, per salvare ciò che è perduto.

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