venerdì 26 novembre 2010

Siracide - Decimo appuntamento

Torna l'appuntamento con il Siracide giunto al decimo capitolo:
 

1Un governatore saggio educa il suo popolo,
l'autorità di un uomo assennato sarà ben ordinata.
2Quale il governatore del popolo, tali i suoi ministri;
quale il capo di una città, tali tutti gli abitanti.
3Un re senza formazione rovinerà il suo popolo;
una città prospererà per il senno dei capi.
4Il governo del mondo è nelle mani del Signore;
egli vi susciterà al momento giusto l'uomo adatto.
5Il successo dell'uomo è nelle mani del Signore,
che investirà il magistrato della sua autorità.

6Non crucciarti con il tuo prossimo per un torto qualsiasi;
non far nulla in preda all'ira.
7Odiosa al Signore e agli uomini è la superbia,
all'uno e agli altri è in abominio l'ingiustizia.
8L'impero passa da un popolo a un altro
a causa delle ingiustizie, delle violenze e delle ricchezze.
9Perché mai si insuperbisce chi è terra e cenere?
Anche da vivo le sue viscere sono ripugnanti.
10La malattia è lunga, il medico se la ride;
chi oggi è re, domani morirà.
11Quando l'uomo muore eredita insetti, belve e vermi.
12Principio della superbia umana è allontanarsi dal Signore,
tenere il proprio cuore lontano da chi l'ha creato.
13Principio della superbia infatti è il peccato;
chi vi si abbandona diffonde intorno a sé l'abominio.
Per questo il Signore rende incredibili i suoi castighi
e lo flagella sino a finirlo.
14Il Signore ha abbattuto il trono dei potenti,
al loro posto ha fatto sedere gli umili.

COMMENTO

 Il Siracide di oggi si sofferma sui governanti delle terre di questo mondo. Ed afferma chiaramente che uno dei principali connotati di un governatore è la saggezza: non a caso, uno dei migliori governatori della storia è stato proprio il Re Salomone il quale ha governato con rettitudine il suo popolo, rendendosi protagonista anche della costruzione del Tempio dedicato a Dio.  
Al contrario, un re senza sapienza e senza formazione porta il suo popolo alla rovina: e purtroppo, ne abbiamo visti molti di sovrani, di governatori e di imperatori che hanno portato alla rovina il loro popolo, a causa della pazzia: se diamo uno sguardo agli ultimi tempi, pensiamo ai dittatori come Hitler in Germania e Mussolini in Italia i quali, a causa della loro pazzia, hanno portato i rispettivi Paesi sull'orlo della distruzione. Ecco, un sovrano che non si lascia guidare dalla Sapienza, è un sovrano che non porterà mai frutto: ma se quel sovrano, riconoscerà di esser stolto e di aver bisogno di affidarsi alla Sapienza, allora sarà in grado di governare rettamente il proprio popolo.
Ma il problema, che il Siracide fa capire in maniera egregia, consiste nel fatto che l'uomo che si siede sulla sedia del potere, rischia di lasciarsi travolgere dall'onta della superbia. Infatti, il potere è sempre una fonte di tentazione molto forte e una volta che si tocca, si rischia di perdere il senno e di lasciarsi prendere da manie di grandezza, come spesso accade, anche ai giorni nostri. Difatti, ciò che alimenta il contrasto e la separazione tra istituzioni e popolo consiste, molte volte, nella superbia dei governanti che guidano le istituzioni. E questa superbia dell'esser migliore della controparte (o per dirla alla politichese, dell'opposizione) contamina gli animi al punto da far perdere di vista il bene reale di cui ha bisogno il popolo. Oggi, in Italia, vediamo una situazione simile, con la superbia che ha traviato cuori e menti dei politici al punto da far perdere di vista, l'interesse primario del Paese.
Ma tutto questo è in abominio al Signore ed infatti, nessun sovrano, o meglio nessuna dinastia, è rimasta per sempre al potere: il destino dei governanti della storia è sempre stato quello di cadere, di esser rovesciati dai troni. Anche perchè, ove non giunge la caduta dal trono, giunge la morte! Il destino dei re è pur sempre lo stesso di qualsiasi uomo di questa terra e cioè di tornare cenere. E giustamente nel Siracide vediamo porre una domanda giusta: perchè si insuperbiscono se il loro destino sarà comunque quello della morte? Non sanno che anche loro saranno giudicati al pari del loro servo? O forse pensano che Dio giudichi secondo la ricchezza e non secondo Giustizia? I governanti di ogni generazione saranno trattati come esseri umani che hanno compiuto il loro pellegrinaggio sulla terra e ove la Giustizia richiederà la loro condanna, allora saranno condannati e nessuno verrà in loro soccorso.
  Il Signore odia la superbia e vede come i governanti si corrompono e per questo li castiga, perchè "... chi si esalta, sarà umiliato, e chi si umilia sarà esaltato". 

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