venerdì 5 novembre 2010

Siracide - Settimo appuntamento

Torna l'appuntamento settimanale con il Siracide, giunto al settimo capitolo:


1Non fare il male, perché il male non ti prenda.
2Allontànati dall'iniquità ed essa si allontanerà da te.
3Figlio, non seminare nei solchi dell'ingiustizia
per non raccoglierne sette volte tanto.
4Non domandare al Signore il potere
né al re un posto di onore.
5Non farti giusto davanti al Signore
né saggio davanti al re.
6Non cercare di divenire giudice,
che poi ti manchi la forza di estirpare l'ingiustizia;
altrimenti temeresti alla presenza del potente
e getteresti una macchia sulla tua dirittura.
7Non offendere l'assemblea della città
e non degradarti in mezzo al popolo.
8Non ti impigliare due volte nel peccato,
perché neppure di uno resterai impunito.
9Non dire: "Egli guarderà all'abbondanza dei miei doni,
e quando farò l'offerta al Dio altissimo
egli l'accetterà".
10Non mancar di fiducia nella tua preghiera
e non trascurare di fare elemosina.
11Non deridere un uomo dall'animo amareggiato,
poiché c'è chi umilia e innalza.
12Non fabbricare menzogne contro tuo fratello
e neppure qualcosa di simile contro l'amico.
13Non volere in nessun modo ricorrere alla menzogna,
perché le sue conseguenze non sono buone.
14Non parlar troppo nell'assemblea degli anziani
e non ripetere le parole della tua preghiera.
15Non disprezzare il lavoro faticoso,
neppure l'agricoltura creata dall'Altissimo.
16Non unirti alla moltitudine dei peccatori,
ricòrdati che la collera divina non tarderà.
17Umilia profondamente la tua anima,
perché castigo dell'empio sono fuoco e vermi.
18Non cambiare un amico per interesse,
né un fratello fedele per l'oro di Ofir.
19Non disdegnare una sposa saggia e buona,
poiché la sua bontà val più dell'oro.
20Non maltrattare uno schiavo che lavora fedelmente
né un mercenario che dà tutto se stesso.
21Ami l'anima tua un servo saggio
e non ricusargli la libertà.

22Hai bestiame? Abbine cura;
se ti è utile, resti in tuo possesso.
23Hai figli? Educali e sottomettili fin dalla giovinezza.
24Hai figlie? Vigila sui loro corpi
e non mostrare loro un volto troppo indulgente.
25Accasa una figlia e avrai compiuto un grande affare;
ma sposala a un uomo assennato.
26Hai una moglie secondo il tuo cuore? Non ripudiarla;
ma di quella odiata non fidarti.

27Onora tuo padre con tutto il cuore
e non dimenticare i dolori di tua madre.
28Ricorda che essi ti hanno generato;
che darai loro in cambio di quanto ti hanno dato?

29Temi con tutta l'anima il Signore
e riverisci i suoi sacerdoti.
30Ama con tutta la forza chi ti ha creato
e non trascurare i suoi ministri.
31Temi il Signore e onora il sacerdote,
consegna la sua parte, come ti è stato comandato:
primizie, sacrifici espiatori, offerta delle spalle,
vittima di santificazione e primizie delle cose sante.

32Al povero stendi la tua mano,
perché sia perfetta la tua benedizione.
33La tua generosità si estenda a ogni vivente
e al morto non negare la tua grazia.
34Non evitare coloro che piangono
e con gli afflitti mòstrati afflitto.
35Non indugiare a visitare un malato,
perché per questo sarai amato.
36In tutte le tue opere ricordati della tua fine
e non cadrai mai nel peccato.

COMMENTO

Chi compie il male riceve male ed è questo il concetto che le prime righe di questo settimo capitolo del Siracide cercano di far comprendere. Al contrario chi fugge il male, il male si allontanerà da lui. I precetti in questo testo insegnati sono l'umiltà, la buona educazione, l'onestà, la fedeltà, la carità e l'amore per il Signore. 

1Non fare il male, perché il male non ti prenda.
2Allontànati dall'iniquità ed essa si allontanerà da te.
3Figlio, non seminare nei solchi dell'ingiustizia
per non raccoglierne sette volte tanto.

Nessun uomo vivente o defunto può dire di non aver pagato le conseguenze del male compiuto. Chi compie il male dovrà prima o poi rendere conto al Signore di ogni singola azione cattiva. La bontà del Signore tuttavia vuole ha predisposto per noi la possibilità pentirci per ottenere la Sua Misericordia e ricevere il perdono dei peccati. Questo è possibile partecipando al Sacramento della Riconciliazione, purtroppo oggi dimenticato da molti ed ecco perché l'esistenza su questa Terra sta divenendo difficile poiché manca la grazia in coloro che hanno abbandonato la Chiesa.

4Non domandare al Signore il potere
né al re un posto di onore.
5Non farti giusto davanti al Signore
né saggio davanti al re.

I santi ci hanno insegnato con l'esempio delle loro vite questo precetto; infatti essi si sono sempre dichiarati peccatori e ingiusti davanti al Signore pur praticando una santa condotta. Questo riconoscersi miseri e farsi più piccoli di quel che si è ci rendi graditi al Signore il quale detesta ogni forma di superbia. Anziché chiedere al Signore la grandezza, chiediamo che ci renda umili poiché solo chi si fa umile può essere da Lui esaltato.

6Non cercare di divenire giudice,
che poi ti manchi la forza di estirpare l'ingiustizia;
altrimenti temeresti alla presenza del potente
e getteresti una macchia sulla tua dirittura.
7Non offendere l'assemblea della città
e non degradarti in mezzo al popolo.
8Non ti impigliare due volte nel peccato,
perché neppure di uno resterai impunito.
9Non dire: "Egli guarderà all'abbondanza dei miei doni,
e quando farò l'offerta al Dio altissimo
egli l'accetterà".

Giudicare gli altri, chi non l'ha mai fatto almeno una volta nella nostra vita. Questo è principalmente una delle cause che ci spinge ad odiare il prossimo fino ad accusarlo ingiustamente e a depredarlo dei suoi beni. Giudicare il prossimo inoltre è un grave offesa al Signore poiché Egli soltanto può farlo essendo Lui l'unico ed eterno Giudice, mentre noi soltanto creature. Un ladro non può condannare o assolversi, così anche noi non possiamo condannare gli altri e assolvere noi stessi. Un peccatore infatti non può rimettere da sé i suoi peccati né può mandare all'inferno un'anima. Come dice Gesù nel Vangelo, non abbiamo il potere di rendere nero o bianco nemmeno uno dei nostri capelli. Se giudicassimo, diventeremmo ingiusti e non potremmo combattere l'ingiustizia. Dunque facciamo il proposito quotidianamente di non giudicare più il nostro prossimo, ma di amarlo sempre, anche nella persecuzione. Non dobbiamo nemmeno peccare più volte pensando che il Signore è misericordioso e ci perdonerà; sì è vero il Signore è misericordioso ma Egli non perdona chi pecca di proposito pensando di farla franca poiché questo è un vero e proprio abuso del dono della Misericordia del Signore. Egli perdona chi si pente di cuore dopo essere caduto nel peccato per la propria debolezza umana, ma non può perdonare chi pecca giorno e notte di proposito poiché questo è un atto di furbizia, di astuzia cattiva, è un prendersi gioco del Signore ma Egli scruta anche i pensieri più nascosti e segreti del nostro cuore.

10Non mancar di fiducia nella tua preghiera
e non trascurare di fare elemosina.
11Non deridere un uomo dall'animo amareggiato,
poiché c'è chi umilia e innalza.
12Non fabbricare menzogne contro tuo fratello
e neppure qualcosa di simile contro l'amico.
13Non volere in nessun modo ricorrere alla menzogna,
perché le sue conseguenze non sono buone.

Quando preghiamo dobbiamo avere fede nel Signore poiché questa è il requisito che ci merita i Suoi benefici. Vi ricordate di Gesù a Nazareth che non operò molti miracoli a causa dell'incredulità dei Suoi conterranei? Ecco, le nostre preghiere devono sempre essere fatte con fede e non recitare abitualmente come un rituale. Tra la preghiera frettolosa e insipida e la preghiera fervente c'è un'enormità di differenza. E' importante saper ben pregare. Alla preghiera deve seguire la carità poiché come disse San Paolo, senza la carità non avremo fatto nulla. "Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli" (Mt 7,21). Dunque non solo pregando si entra nel Regno dei Cieli, ma soprattutto facendo la Volontà del Padre e qual'è la Sua Volontà? Che ci amiamo gli uni gli altri! Non possiamo e non dobbiamo prenderci gioco degli ammalati, dei disabili che ancora oggi suscitano scherni e indifferenze all'interno della società. Il Signore umilierà chi deride e innalzerà chi si umilia. La verità è la nostra aspirazione: dobbiamo sempre voler pensare, parlare e agire secondo verità. La menzogna non conviene a nessuno e ciascuno di noi può rendersi conto di come ci siamo trovati in difficoltà ogni qual volta abbiamo osato dire bugie a differenza di quando abbiamo detto la verità. "La bugia ha le gambe corte", "la verità viene sempre a galla", sono detti semplicissimi e nel contempo colmi di un ricco sapere. Quanti nella vita vivono nell'onestà e nella verità sono sereni con tutti proprio perché non si creano tensioni con il mondo e anche perché il Signore premia le anime veritiere con la gioia e la serenità. Qualcuno direbbe che è difficile non dire bugie, ma c'è per così dire un trucco per non dirle: essere sempre onesti e leali. Questo basta per evitare la menzogna.

14Non parlar troppo nell'assemblea degli anziani
e non ripetere le parole della tua preghiera.
15Non disprezzare il lavoro faticoso,
neppure l'agricoltura creata dall'Altissimo.
16Non unirti alla moltitudine dei peccatori,
ricòrdati che la collera divina non tarderà.
17Umilia profondamente la tua anima,
perché castigo dell'empio sono fuoco e vermi.
18Non cambiare un amico per interesse,
né un fratello fedele per l'oro di Ofir.
19Non disdegnare una sposa saggia e buona,
poiché la sua bontà val più dell'oro.
20Non maltrattare uno schiavo che lavora fedelmente
né un mercenario che dà tutto se stesso.
21Ami l'anima tua un servo saggio
e non ricusargli la libertà.

Porgere l'orecchio a chi ne sa più di noi è in verità una ricchezza poiché il sapere è fonte essenziale per raggiungere la perfezione. Dunque non parliamo troppo dove ci sono i sapienti ma ascoltiamo quanto loro hanno da trasmetterci con il loro sapere. In tempi odierni nei quali c'è tanta crisi per quanto concerne la disoccupazione, pochi disprezzerebbero il duro lavoro e forse questa crisi può essere uno stimolo per riscoprire il valore dell'occupazione, tuttavia c'è chi pensa al lavoro facile e lucroso, specie nella società dei talent e reality show dove gli aspiranti sognano una vita di successo e benessere, disdegnando dunque il lavoro umile e faticoso. L'invito a non unirsi alla moltitudine dei peccatori deve farci tenere presente che non è la maggioranza ad avere la verità in tasca, ma quanti fanno la volontà di Dio. Molti infatti si uniscono ai peccatori nella mentalità del "fan tutti così", ignorando il Giudice Supremo che guarda ogni cosa e punisce ogni colpa. La ricetta per essere amati dal Signore ce la dà il versetto 17: "Umilia profondamente la tua anima". Umiliamoci dunque profondamente ed eviteremo di cadere nel peccato e il castigo riservato ai peccatori. C'è chi poi è disposto a vendere le proprie amicizie o addirittura i suoi cari per i propri interessi ma in verità perderà un grande tesoro poiché la fedeltà di un uomo val più di dell'argento e dell'oro. C'è anche chi disprezza la propria moglie buona e fedele, come nei tristi casi nei quali i mariti maltrattano le mogli, o ancora quei mariti che ignorano i consigli della moglie cattolica la quale può trasmettere un sapere che può cambiare per sempre le sorti del coniuge. Ecco perché cari mariti o care mogli, amate e non disprezzate i vostri sposi. Ancora c'è chi maltratta gli operai e chiaramente i maltrattamenti non riguardano soltanto la violenza fisica che certamente è la più grave, ma anche un misero stipendio è una forma di maltrattamento poiché l'uomo impiega le sue orze per poter rendere sul lavoro e con quelle medesime forze fa arricchire il suo datore. Dunque i datori di lavoro non disprezzino e non maltrattino i loro impiegati, ma anzi prendano esempio dal Signore che è buono e giusto, come ci insegna una delle parabole del Vangelo: il padrone dà un denaro a ciascun lavoratore come Egli aveva con loro stabilito e dà un denaro anche a coloro che sono arrivati per ultimi poiché Egli non è soltanto giusto poiché dà quanto ha concordato, ma anche buono e misericordioso poiché vuol donare anche agli ultimi quanto ai primi. Così anche voi datori di lavoro, prendete esempio dal Signore e imitandoLo nella bontà sarete da Lui ricompensati.

22Hai bestiame? Abbine cura;
se ti è utile, resti in tuo possesso.
23Hai figli? Educali e sottomettili fin dalla giovinezza.
24Hai figlie? Vigila sui loro corpi
e non mostrare loro un volto troppo indulgente.
25Accasa una figlia e avrai compiuto un grande affare;
ma sposala a un uomo assennato.
26Hai una moglie secondo il tuo cuore? Non ripudiarla;
ma di quella odiata non fidarti.

L'educazione è molto importante e la famiglia è una piccola chiesa domestica nella quale i genitori sono chiamati ad insegnare ai figli i buoni precetti e i comandi del Signore. E' importante educarli fin da principio poiché giunta la maturazione la situazione sfugge di mano. Non a caso oggi vediamo in giro molti ribelli poiché il pensiero delle famiglie è cambiato a causa della secolarizzazione e del modernismo sfrenato che esclude l'osservanza delle Leggi con il conseguente raffreddamento dei rapporti familiari divenuti superficiali e poveri di valori. Il versetto 24 ci dice: "Hai figlie? Vigila sui loro corpi e non mostrare loro un volto troppo indulgente". Se tutti osservassero questo precetto vedremmo una notevole riduzione degli stupri e delle ribellioni. Ancora nei tempi dei nostri genitori i figli rincasavano presto, oggi invece si concede alle ragazzine una libertà esagerata e poi i genitori si lamentano per i loro figli diventati ribelli, maleducati e nei peggiori dei casi tossicodipendenti. Occorre vigilare sui loro corpi, ovvero badare alla loro purezza perché non la perdano con il primo che passa ma sappiano preservarla fino al giorno del loro matrimonio. Occorre essere un tantino severi, tuttavia mantenendo l'amore per i propri figli. "Non mostrare loro un volto troppo indulgente" specifica questo versetto, ovvero: Sii severo ma non troppo, sii indulgente ma non troppo" perché i figli vanno amati, curati e rispettati ma non lasciati liberi di agire e la severità è un gran bene per loro poiché gli impedisce di venire a conoscenza del male e un giorno quando avranno acquistato sapienza ringrazieranno i genitori per aver loro permesso di rimanere nell'integrità. Così anche noi quando siamo rimproverati dal Signore, dobbiamo amare il Signore per le Sue punizioni poiché con queste ci corregge per il nostro vero bene. Inoltre i genitori hanno il dovere di conoscere bene il fidanzato delle loro figlie. Oggi infatti ci sono troppi matrimoni e fidanzamenti che non reggono e la violenza sulle donne sembra aumentata. E' importante dunque darla in sposa ad un uomo assennato come ci dice questo brano del Siracide. Anche i divorzi purtroppo sono in aumento ma questi santi precetti insegnano anche a non allontanarsi dalla propria moglie o marito. Molti divorziati hanno vissuto le più aspre amarezze dopo la separazione perché il Signore punisce sempre gli infedeli. L'uomo non separi ciò che Dio ha congiunto e non si separi dalla moglie o la donna dal marito dice il Signore poiché commette adulterio, quindi peccato e quindi la colpa la quale merita pene e castighi.

27Onora tuo padre con tutto il cuore
e non dimenticare i dolori di tua madre.
28Ricorda che essi ti hanno generato;
che darai loro in cambio di quanto ti hanno dato?

Rispettare i genitori è uno dei primi passi che un giovane possa fare verso la salvezza. Chi rispetta e osserva gli insegnamenti dei propri genitori saprà presto riconoscere la via della verità che conduce a Dio. Riflettiamo e meditiamo spesso sul dono che i genitori ci hanno fatto con la loro unione. Loro ci hanno messi al mondo e hanno affrontato tante difficoltà pur di farci crescere sani e forti; quante notti insonni per pulirci, per sfamarci, quanti temporali hanno affrontato per uscire di casa la mattina e andare a lavorare per non farci mancare cibo, e quanto più hanno fatto per il nostro bene. Prima di arrabbiarci con i nostri genitori meditiamo queste cose. Noi non potremo mai ricambiarli mai abbastanza se non con il nostro amore e il nostro rispetto.

29Temi con tutta l'anima il Signore
e riverisci i suoi sacerdoti.
30Ama con tutta la forza chi ti ha creato
e non trascurare i suoi ministri.
31Temi il Signore e onora il sacerdote,
consegna la sua parte, come ti è stato comandato:
primizie, sacrifici espiatori, offerta delle spalle,
vittima di santificazione e primizie delle cose sante.

Temere il Signore è principio della Sapienza; infatti se io temo il Signore vuol dire che so, cioè conosco la Sua grandezza e la Sua Onnipotenza e può distruggermi con la Sua parola: "temete piuttosto colui che ha il potere di far perire e l'anima e il corpo nella Geenna" (Mt 10,28). Il timore del Signore è santo. A chi dice di non temere il Signore perché Egli è misericordioso e buono non dategli ascolto: ha ragione sulla bontà e sulla misericordia del Signore, ma non sul non temerLo poiché fiducia nel Signore è un conto e timore è un altro. Infatti un uomo può avere fiducia nella Misericordia del Signore e allo stesso tempo temere il Signore. Il timore inoltre ci aiuta a prevenire il peccato: se io temo di offendere il Signore evito le situazioni nelle quali potrei cadere in peccato e quindi offenderLo. E' importante il timore del Signore. Inoltre è importante anche rispettare i Suoi sacerdoti poiché essi sono degni di rispetto. Come disse San Giovanni Maria Vianney, il sacerdote dopo Dio è tutto poiché egli ha le chiavi per accedere ai beni celesti. Amiamo con tutte le nostre forze il Signore e rispettiamolo sempre. Temiamo il Signore e onoriamo i sacerdoti. Non critichiamoli come il mondo osa fare. Non si può dire di amare Dio se si odiano i sacerdoti poiché Egli opera nei Suoi ministri. Il sacerdote è il rappresentante di Cristo ed in loro Egli continua l'opera di redenzione. Purtroppo non c'è rispetto per i preti a causa del male che è nel mondo che odia i figli di Dio. Ma se noi vogliamo far parte del bene e meritarci i premi eterni, disprezziamo il male e rispettiamo i sacerdoti, amiamoli come amiamo noi stessi.

32Al povero stendi la tua mano,
perché sia perfetta la tua benedizione.
33La tua generosità si estenda a ogni vivente
e al morto non negare la tua grazia.
34Non evitare coloro che piangono
e con gli afflitti mòstrati afflitto.
35Non indugiare a visitare un malato,
perché per questo sarai amato.
36In tutte le tue opere ricordati della tua fine
e non cadrai mai nel peccato.

Quando siamo davanti ai bisognosi non ritiriamo la nostra mano, ma con gioia doniamo e se possiamo diamo un aiuto concreto perché Dio ama chi dona con gioia (2Corinzi 9,7). Siamo generosi con tutti e riceveremo una grande ricompensa nei Cieli. "Al morto non negare la tua grazia" dice il versetto 33: Non neghiamo preghiere alle anime del purgatorio: esse hanno bisogno della nostra necessità e basta davvero così poco per poterle aiutare. Dunque siamo generosi con chiunque e amiamo in abbondanza e saremo amati molto di più dal Signore. Anziché evitare le lamentele del prossimo, prestiamo loro il nostro orecchio e consoliamoli. Soffriamo con loro, siamo compassionevoli e il Signore anche avrà pietà di noi nel giorno della nostra sventura. Facciamo visita a chi è nel dolore per poter donare loro momenti di serenità, ma soprattutto per portare loro il conforto del Signore che è la vera medicina per l'anima. Portiamo agli ammalati l'annunzio del Signore e il nostro sorriso! Infine prendiamo in considerazione l'ultima parte di questo settimo capitolo del Siracide: ricordiamoci di quando moriremo e del giudizio che ci spetterà e questo ci darà la forza per non cadere nel peccato durante le tentazioni. Ma soprattutto partecipiamo ai Sacramenti per mantenerci forti e saldi nella Fede e nell'Amore!

Sia lodato Gesù Cristo!

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