mercoledì 29 dicembre 2010

Sapienza - Quindicesimo appuntamento

Torna l'appuntamento con il Libro della Sapienza per attingere sapere utile per la santità:

16

1Per questo furon giustamente puniti con esseri simili
e tormentati da numerose bestiole.
2Invece di tale castigo, tu beneficasti il tuo popolo;
per appagarne il forte appetito gli preparasti
un cibo di gusto squisito, le quaglie.
3Gli egiziani infatti, sebbene bramosi di cibo,
disgustati dagli animali inviati contro di loro
perdettero anche il naturale appetito;
questi invece, dopo una breve privazione,
gustarono un cibo squisito.
4Era necessario che a quegli avversari
venisse addosso una carestia inevitabile
e che a questi si mostrasse soltanto
come erano tormentati i loro nemici.

5Quando infatti li assalì il terribile furore delle bestie
e perirono per i morsi di tortuosi serpenti,
la tua collera non durò sino alla fine.
6Per correzione furono spaventati per breve tempo,
avendo già avuto un pegno di salvezza
a ricordare loro i decreti della tua legge.
7Infatti chi si volgeva a guardarlo
era salvato non da quel che vedeva,
ma solo da te, salvatore di tutti.
8Anche con ciò convincesti i nostri nemici
che tu sei colui che libera da ogni male.
9Gli egiziani infatti furono uccisi dai morsi
di cavallette e di mosche,
né si trovò un rimedio per la loro vita,
meritando di essere puniti con tali mezzi.
10Invece contro i tuoi figli
neppure i denti di serpenti velenosi prevalsero,
perché intervenne la tua misericordia a guarirli.
11Perché ricordassero le tue parole,
feriti dai morsi, erano subito guariti,
per timore che, caduti in un profondo oblio,
fossero esclusi dai tuoi benefici.
12Non li guarì né un'erba né un emolliente,
ma la tua parola, o Signore, la quale tutto risana.
13Tu infatti hai potere sulla vita e sulla morte;
conduci giù alle porte degli inferi e fai risalire.
14L'uomo può uccidere nella sua malvagità,
ma non far tornare uno spirito già esalato,
né liberare un'anima già accolta negli inferi.

15È impossibile sfuggire alla tua mano:
16gli empi, che rifiutavano di conoscerti,
furono colpiti con la forza del tuo braccio,
perseguitati da strane piogge e da grandine,
da acquazzoni travolgenti, e divorati dal fuoco.
17E, cosa più strana, l'acqua che tutto spegne
ravvivava sempre più il fuoco:
l'universo si fa alleato dei giusti.
18Talvolta la fiamma si attenuava
per non bruciare gli animali inviati contro gli empi
e per far loro comprendere a tal vista
che erano incalzati dal giudizio di Dio.
19Altre volte anche in mezzo all'acqua
la fiamma bruciava oltre la potenza del fuoco
per distruggere i germogli di una terra iniqua.
20Invece sfamasti il tuo popolo con un cibo degli angeli,
dal cielo offristi loro un pane già pronto senza fatica,
capace di procurare ogni delizia e soddisfare ogni gusto.
21Questo tuo alimento manifestava
la tua dolcezza verso i tuoi figli;
esso si adattava al gusto di chi l'inghiottiva
e si trasformava in ciò che ognuno desiderava.
22Neve e ghiaccio resistevano al fuoco senza sciogliersi,
perché riconoscessero che i frutti dei nemici
il fuoco distruggeva ardendo tra la grandine
e folgoreggiando tra le piogge.
23Al contrario, perché si nutrissero i giusti,
dimenticava perfino la propria virtù.
24La creazione infatti a te suo creatore obbedendo,
si irrigidisce per punire gli ingiusti,
ma s'addolcisce a favore di quanti confidano in te.
25Per questo anche allora, adattandosi a tutto,
serviva alla tua liberalità che tutti alimenta,
secondo il desiderio di chi era nel bisogno,
26perché i tuoi figli, che ami, o Signore, capissero
che non le diverse specie di frutti nutrono l'uomo,
ma la tua parola conserva coloro che credono in te.
27Ciò che infatti non era stato distrutto dal fuoco
si scioglieva appena scaldato da un breve raggio di sole,
28perché fosse noto che si deve prevenire il sole
per renderti grazie
e pregarti allo spuntar della luce,
29poiché la speranza dell'ingrato
si scioglierà come brina invernale
e si disperderà come un'acqua inutilizzabile.


COMMENTO

In questo sedicesimo capitolo del Libro della Sapienza possiamo meditare la Giustizia e la Misericordia di Dio: l'una punisce rettamente, l'altra edifica coloro che sono pentiti dei loro peccati. Vediamo poi l'obbedienza del creato ai comandi del Signore, come quando le acque si aprirono nell'Esodo o quando la tempesta cessò di tormentare gli apostoli sul lago di Tiberiade dopo che Cristo le ordinò di calmarsi. La natura impetuosa spesso ci stupisce con la sua potenza, ma dovremmo stupirci di più della Parola del Signore che è in grado di volgerla contro e di sedarla.

Da un lato vediamo il popolo egiziano, infedele e idolatra colpito da aspri castighi e dall'altra vediamo il popolo ebraico beneficato dalla bontà del Signore. Gli ebrei e gli egiziani rappresentano rispettivamente il buono e il cattivo, il giusto e l'infingardo. Quale premio dà ai giusti e ai peccatori? Ai primi grandi benefici e ai secondi il conto da pagare per i loro delitti. Questa Sacra Scrittura deve farci riflettere sulla nostra condotta: siamo abbastanza buoni da meritarci quei benefici riservati ai giusti? O meritevoli di castighi per i nostri peccati? Dio è certamente Misericordioso, ma non dimentichiamoci che il nostro Dio è anche Giusto; Egli infatti perdona a chi si pente e pratica una buona condotta ma punisce quanti continuano nei loro peccati. Gesù è la Divina Misericordia ma ricordiamoci che Egli verrà nell'ultimo giorno come giusto Giudice pertanto pensiamoci spesso prima di peccare. Gesù mantiene sempre le Sue promesse e donerà tante gioie a chi si convertirà in giusto servo, ma aspri e infiniti dolori a chi si ribellerà allo Spirito Santo sino alla fine.

Pentiamoci dei nostri peccati, chiediamo il perdono e lasciamoci riempire e guidare dallo Spirito Santo perché possiamo anche noi mangiare quel cibo squisito che è Gesù Eucaristico e ottenere così tanti benefici.

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