domenica 16 gennaio 2011

Il Libro di Giobbe - Diciottesimo appuntamento

Prosegue l'appuntamento con Il Libro di Giobbe con la risposta un pò seccata di Zofar il Naamatita:

1Zofar il Naamatita prese a dire:

2Per questo i miei pensieri mi spingono a rispondere
e perciò v'è questa fretta dentro di me.
3Ho ascoltato un rimprovero per me offensivo,
ma uno spirito, dal mio interno, mi spinge a replicare.
4Non sai tu che da sempre,
da quando l'uomo fu posto sulla terra,
5il trionfo degli empi è breve
e la gioia del perverso è d'un istante?
6Anche se innalzasse fino al cielo la sua statura
e il suo capo toccasse le nubi,
7come lo sterco sarebbe spazzato per sempre
e chi lo aveva visto direbbe: "Dov'è?".
8Svanirà come un sogno, e non si troverà più,
si dileguerà come visione notturna.
9L'occhio avvezzo a vederlo più non lo vedrà,
né più lo scorgerà la sua dimora.
10I suoi figli dovranno risarcire i poveri,
le loro mani restituiranno le sue ricchezze.
11Le sue ossa erano ancora piene di giovinezza,
ma con lui giacciono nella polvere.
12Se alla sua bocca fu dolce il male,
se lo teneva nascosto sotto la sua lingua,
13assaporandolo senza inghiottirlo,
se lo tratteneva in mezzo al suo palato:
14il suo cibo gli si guasterà nelle viscere,
veleno d'aspidi gli sarà nell'intestino.
15I beni divorati ora rivomita,
Dio glieli caccia fuori dal ventre.
16Veleno d'aspide ha succhiato,
una lingua di vipera lo uccide.
17Non vedrà più ruscelli d'olio,
fiumi di miele e fior di latte;
18renderà i sudati acquisti senza assaggiarli,
come non godrà del frutto del suo commercio,
19perché ha oppresso e abbandonato i miseri,
ha rubato case invece di costruirle;
20perché non ha saputo essere pago dei suoi beni,
con i suoi tesori non si salverà.
21Nulla è sfuggito alla sua voracità,
per questo non durerà il suo benessere.
22Nel colmo della sua abbondanza si troverà in miseria;
ogni sorta di sciagura piomberà su di lui.
23Quando starà per riempire il suo ventre,
Dio scaglierà su di lui la fiamma del suo sdegno,
e gli farà piovere addosso brace.
24Se sfuggirà l'arma di ferro,
lo trafiggerà l'arco di bronzo:
25gli uscirà il dardo dalla schiena,
una spada lucente dal fegato.
Lo assaliranno i terrori;
26tutte le tenebre gli sono riservate.
Lo divorerà un fuoco non acceso da un uomo,
esso consumerà quanto è rimasto nella sua tenda.
27Riveleranno i cieli la sua iniquità
e la terra si alzerà contro di lui.
28Un'alluvione travolgerà la sua casa,
scorrerà nel giorno dell'ira.
29Questa è la sorte che Dio riserva all'uomo perverso,
la parte a lui decretata da Dio.

COMMENTO

Oggi vediamo nuovamente ribattere Zofar: egli non accetta le parole di Giobbe e non accetta il fatto che Giobbe potrebbe davvero essere innocente, cioè non responsabile delle sventure. Nelle parole di oggi cominciamo a intravedere anche una certa rabbia nella risposta: basta guardare i termini aspri che vengono utilizzati. Zofar è come ogni uomo che vuole avere ragione e che cede all'ira quando vede un'opinione diversa dalla propria. In questo, inconsciamente, Zofar si rende egualmente peccatore perchè si chiude nella sua superbia, nella superbia di sapere per forza di aver ragione. E vediamo delineata la figura dell'empio e delle sventure che l'attendono. 
Nulla da eccepire sul fatto che l'empio mangerà il frutto della sua empietà: ma ciò che stona è il contesto. In questo caso, queste parole, sono ingiustificate perchè Giobbe non è portatore di empietà, anzi tutt'altro: in questo momento, Giobbe è l'unico ad essere realmente giusto dinanzi agli occhi di Dio!
Negli scorsi giorni, abbiamo letto Sant'Agostino, nella Città di Dio: egli parlava del fatto che i cristiani potevano essere ugualmente puniti: non c'era la condizione di empietà come presupposto di una punizione divina. Ed infatti, Sant'Agostino ha compreso il fine dell'intervento punitivo: negli empi, esso è giustamente una punizione di condanna, ma nel giusto è una punizione paterna, bonaria, per correggere il figlio che comincia a vacillare. Oppure, come nel caso di Giobbe, viene messa alla prova la fedeltà del giusto: perchè è facile esser fedeli quando Dio risponde e ci dona quello che vogliamo; molto più difficile è esser fedeli nel momento in cui Dio sembra esser sordo alle nostre richieste. Quello è il momento in cui si prova l'amore e la fedeltà di un figlio di Dio: e Giobbe sta proprio vivendo questa condizione, essendo stato messo alla prova attraverso questa serie di sciagure causate da satana. 
Dunque, Giobbe ci mostra un importante insegnamento: bisogna sempre esser fedeli a Dio, sia quando siamo ascoltati e sia quando non lo siamo: per chi ha letto il Diario di Santa Faustina Kowalska, avrà visto come anche questa santa fu messa alla prova, in quanto Dio sembrava allontanarsi da lei. Dunque non dobbiamo temere di esser abbandonati poiché è solo una prova d'amore: allo stesso modo, dobbiamo sempre confidare nel Signore esattamente come ci sta mostrando Giobbe in queste pagine bibliche.

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