mercoledì 5 gennaio 2011

Sapienza - Sedicesimo appuntamento

Torna l'appuntamento con il Libro della Sapienza; oggi leggiamo il diciassettesimo capitolo, ancora una volta per attingere sapere utile per la santità:


17

1I tuoi giudizi sono grandi e difficili da spiegare,
per questo le anime grossolane furono tratte in errore.
2Gli iniqui credendo di dominare il popolo santo,
incatenati nelle tenebre e prigionieri di una lunga notte,
chiusi nelle case,
giacevano esclusi dalla provvidenza eterna.
3Credendo di restar nascosti con i loro peccati segreti,
sotto il velo opaco dell'oblio,
furono dispersi, colpiti da spavento terribile
e tutti agitati da fantasmi.
4Neppure il nascondiglio in cui si trovavano
li preservò dal timore,
ma suoni spaventosi rimbombavano intorno a loro,
fantasmi lugubri dai volti tristi apparivano.
5Nessun fuoco, per quanto intenso riusciva a far luce,
neppure le luci splendenti degli astri
riuscivano a rischiarare quella cupa notte.
6Appariva loro solo una massa di fuoco,
improvvisa, spaventosa;
atterriti da quella fugace visione,
credevano ancora peggiori le cose viste.
7Fallivano i ritrovati della magia,
e la loro baldanzosa pretesa di sapienza.
8Promettevano di cacciare timori e inquietudini
dall'anima malata,
e cadevano malati per uno spavento ridicolo.
9Anche se nulla di spaventoso li atterriva,
spaventati al passare delle bestiole
e ai sibili dei rettili,
morivano di tremore,
rifiutando persino di guardare l'aria,
a cui nessuno può sottrarsi.
10La malvagità condannata dalla propria testimonianza
è qualcosa di vile
e oppressa dalla coscienza presume sempre il peggio.
11Il timore infatti
non è altro che rinunzia agli aiuti della ragione;
12quanto meno nell'intimo ci si aspetta da essi,
tanto più grave si stima l'ignoranza
della causa che produce il tormento.
13Ma essi durante tale notte davvero impotente,
uscita dai recessi impenetrabili degli inferi senza potere,
intorpiditi da un medesimo sonno,
14ora erano agitati da fantasmi mostruosi,
ora paralizzati per l'abbattimento dell'anima;
poiché un terrore improvviso e inaspettato
si era riversato su di loro.
15Così chiunque, cadendo là dove si trovava,
era custodito chiuso in un carcere senza serrami,
16fosse un agricoltore o un pastore
o un operaio impegnato in lavori in luoghi solitari,
sorpreso cadeva sotto la necessità ineluttabile,
perché tutti eran legati dalla stessa catena di tenebre.
17Il sibilare del vento,
il canto melodioso di uccelli tra folti rami,
il mormorio di impetuosa acqua corrente,
il cupo fragore di rocce cadenti,
18la corsa invisibile di animali imbizzarriti,
le urla di crudelissime belve ruggenti,
l'eco ripercossa delle cavità dei monti,
tutto li paralizzava e li riempiva di terrore.
19Tutto il mondo era illuminato di luce splendente
ed ognuno era dedito ai suoi lavori senza impedimento.
20Soltanto su di essi si stendeva una notte profonda,
immagine della tenebra che li avrebbe avvolti;
ma erano a se stessi più gravosi della tenebra.


COMMENTO

La lettura di questo brano della Sapienza che oggi abbiamo appena meditato, sembra essere in chiave apocalittica. In effetti questa è la sorte che spetta a quanti rifiutano la vera Luce, Gesù Cristo, una sorte di confusione e tenebre. Molti uomini di diverso credo religioso perseguitano i cristiani, come se potessero decidere come Dio chi deve morire. Già questa è una cosa molto grave, ovvero quando l'uomo si sostituisce a Dio, ancor più grave poi diviene la colpa quando l'uomo uccide i figli del Creatore, quei figli che sono diventati tali dopo essere stati redenti e riempiti del Suo Santo Spirito.

In effetti sì, questo passo ha decisamente qualcosa di profetico che annuncia la condanna degli empi: tenebre, angoscia, fantasmi. Il servo di Dio e cioè colui che fa la volontà del Padre vive nella Luce, lontano dalle tenebre sopra profetizzate per gli operatori di iniquità.

Tutto quello che dobbiamo fare per diventare degni della vita eterna e della Luce beatissima del volto del Signore, lo sappiamo: credere in Colui che il Padre ha mandato, Gesù Cristo. Credere poi non vuol dire soltanto professare la Fede, ma vuol dire innanzitutto fare la Sua Volontà: se noi accogliamo e pratichiamo la Parola del Signore, facciamo la Sua Volontà e dimostriamo anche di crederGli; se un uomo ascolta il Signore, crede che Egli E' e ascolta la Sua Parola.

Dunque, se saremo fedeli a Gesù Cristo, le tenebre non ci riguarderanno ma perché questo accada, dobbiamo farci santi e la santità è a portata di tutti poiché ciascun battezzato è chiamato a santificarsi. Basta solo abbandonarsi a Cristo e lasciamo che sia Lui ad operare in noi.

Allora, forza e coraggio sulla Via della Pace, la Via del Vangelo.

Pace e bene.

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