venerdì 7 gennaio 2011

Siracide - Quindicesimo appuntamento

Torna l'appuntamento con il Siracide; oggi leggiamo il quindicesimo capitolo di questo bellissimo Libro Sapienziale:


15

1Così agirà chi teme il Signore;
chi è fedele alla legge otterrà anche la sapienza.
2Essa gli andrà incontro come una madre,
l'accoglierà come una vergine sposa;
3lo nutrirà con il pane dell'intelligenza,
e l'acqua della sapienza gli darà da bere.
4Egli si appoggerà su di lei e non vacillerà,
si affiderà a lei e non resterà confuso.
5Essa l'innalzerà sopra i suoi compagni
e gli farà aprir bocca in mezzo all'assemblea;
6egli troverà contentezza e una corona di gioia
e otterrà fama perenne.
7Gli insensati non conseguiranno mai la sapienza,
i peccatori non la contempleranno mai.
8Essa sta lontana dalla superbia,
i bugiardi non pensano ad essa.
9La sua lode non s'addice alla bocca del peccatore,
perché non gli è stata concessa dal Signore.
10La lode infatti va celebrata con sapienza;
è il Signore che la dirigerà.

11Non dire: "Mi son ribellato per colpa del Signore",
perché ciò che egli detesta, non devi farlo.
12Non dire: "Egli mi ha sviato",
perché egli non ha bisogno di un peccatore.
13Il Signore odia ogni abominio,
esso non è voluto da chi teme Dio.
14Egli da principio creò l'uomo
e lo lasciò in balìa del suo proprio volere.
15Se vuoi, osserverai i comandamenti;
l'essere fedele dipenderà dal tuo buonvolere.
16Egli ti ha posto davanti il fuoco e l'acqua;
là dove vuoi stenderai la tua mano.
17Davanti agli uomini stanno la vita e la morte;
a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà.
18Grande infatti è la sapienza del Signore,
egli è onnipotente e vede tutto.
19I suoi occhi su coloro che lo temono,
egli conosce ogni azione degli uomini.
20Egli non ha comandato a nessuno di essere empio
e non ha dato a nessuno il permesso di peccare.


COMMENTO

Chi è fedele alla Legge otterrà anche la sapienza. Così esordisce questo importante capitolo del Siracide, importante perché dà le risposte anche sul libero arbitrio. Molti uomini attribuiscono al Signore le loro opere malvagie, ma in verità come ci dice questo capitolo, il Signore non ha permesso a nessuno di peccare. Dovremmo, anzi dobbiamo proporre questo brano a tutti i peccatori incalliti che si giustificano dietro la scusa del libero arbitrio per continuare la loro sudicia condotta. Il Signore ci ha donato il libero arbitrio non perché scegliessimo il peccato, ma per scegliere di fare il bene, per meritarci i premi promessi ai giusti. Un superbo, un impuro, un idolatra, non potrà mai possedere il dono della sapienza che è concesso da Dio solo agli umili; Ti benedico, o Padre, Signore del cielo e della terra, perché hai tenuto nascoste queste cose ai sapienti e agli intelligenti e le hai rivelate ai piccoli (Mt 11,25). La Sapienza è Spirito di Verità e Grazia che va ad abitare nei cuori di chi osserva la Parola; può lo Spirito di Santità vivere in un cuore sporco? Dunque la Sapienza abita i cuori puri. Uno stolto ad esempio non potrà mai scrutare a fondo i misteri a differenza di un umile figlio fedele del Signore. Tutte le ricchezze della terra non possono paragonarsi con la sapienza, tesoro ineguagliabile. A cosa mi serve il denaro se non ho l'intelletto per farne buon uso? A cosa mi servono le ricchezze se non ho la facoltà per ben amministrarle? Un uso stolto del denaro conduce all'inferno a differenza di un uso saggio che apre le porte del Cielo; infatti chi sperpera il denaro per peccare, peccando andrà all'inferno ma chi lo usa per sfamare i poveri, con la carità diviene degno del Regno promesso ai fedeli. Chi teme il Signore, non peccherà e chi non peccherà sarà degno della sapienza. Per diventare sapienti dobbiamo volerlo: a chi vuole diventare santo il Signore dona occasioni di santificazione.

Temiamo il Signore e osserviamo i Suoi comandi di vita; possederemo così il dono della sapienza e dell'intelligenza insieme alla vita eterna in futuro nella contemplazione del Suo Volto Divino.

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