venerdì 14 gennaio 2011

Siracide - Sedicesimo appuntamento

Torna l'appuntamento con il Siracide; oggi leggiamo il sedicesimo capitolo di questo bellissimo Libro Sapienziale: 

1Non desiderare una moltitudine di figli buoni a nulla,
non gioire per figli empi.
2Se aumentano di numero non gioire,
se sono privi del timore del Signore.
3Non confidare su una loro vita lunga
e non fondarti sul loro numero,
poiché è preferibile uno a mille
e morir senza figli che averne degli empi.
4La città potrà ripopolarsi per opera di un solo assennato,
mentre la stirpe degli iniqui sarà distrutta.
5Il mio occhio ha visto molte simili cose;
il mio orecchio ne ha sentite ancora più gravi.
6Nell'assemblea dei peccatori un fuoco si accende,
contro un popolo ribelle è divampata l'ira.
7Dio non perdonò agli antichi giganti,
che si erano ribellati per la loro forza.
8Non risparmiò i concittadini di Lot,
che egli aveva in orrore per la loro superbia.
9Non ebbe pietà di nazioni di perdizione,
che si erano esaltate per i loro peccati.
10Così trattò i seicentomila uomini
che sono periti per l'ostinazione del loro cuore.
11Ci fosse un solo uomo di dura cervice,
sarebbe strano se restasse impunito,
12poiché misericordia e ira sono in Dio,
potente quando perdona e quando riversa l'ira.
13Tanto grande la sua misericordia,
quanto grande la sua severità;
egli giudicherà l'uomo secondo le sue opere.
14Non sfuggirà il peccatore con la sua rapina,
ma neppure la pazienza del pio sarà delusa.
15Egli farà posto a tutta la sua generosità;
ciascuno sarà trattato secondo le sue opere.

16Non dire: "Mi terrò celato al Signore!
Chi penserà a me lassù?
17Non sarò riconosciuto fra un popolo numeroso,
chi sarò io in mezzo a una creazione senza numero?".
18Ecco il cielo e il cielo dei cieli,
l'abisso e la terra sussultano quando egli appare.
19Anche i monti e le fondamenta della terra
si scuotono di spavento quando egli li guarda.
20Ma nessuno riflette su queste cose;
al suo modo di agire chi ci bada?
21Anche la bufera che nessuno contempla,
e la maggior parte delle sue opere, sono nel mistero.
22"Chi a Dio annunzierà le opere di giustizia?
Ovvero chi le attende? L'alleanza infatti è lontana".
23Tali cose pensa chi ha il cuore perverso;
lo stolto, appunto errando, pensa sciocchezze.

24Ascoltami, figlio, e impara la scienza;
e sii attento nel tuo cuore alle mie parole.
25Manifesterò con esattezza la mia dottrina;
con cura annunzierò la scienza.
26Nella creazione del Signore le sue opere sono fin dal principio,
e dalla loro origine ne separò le parti.
27Egli ordinò per l'eternità le sue opere,
ne stabilì l'attività per le generazioni future.
Non hanno fame né si stancano,
eppure non interrompono il loro lavoro.
28Nessuna di loro urta la sua vicina,
mai disubbidiranno ad un suo comando.
29Dopo ciò il Signore riguardò sulla terra
e la riempì dei suoi doni.
30Ne ricoprì la superficie con ogni genere di viventi
e ad essa faranno ritorno.


COMMENTO

Oggi leggiamo alcune cose molto importanti, soprattutto in un momento di grande sottovalutazione dell'ira di Dio. Guardiamo, infatti, la maledizione degli empi al punto che sarebbe preferibile non aver figli piuttosto che avere figli accecati dall'empietà. Ma questa maledizione degli empi cosa comporta? Comporta che l'ira di Dio li colpirà: se non su questa terra, essi saranno colpiti quando lasceranno questo mondo ed allora si pentiranno di esser nati. Ecco il punto nodale di oggi: la ricompensa per le nostre opere, prima o poi, avverrà: poiché Dio ci giudicherà secondo le nostre opere e non secondo le nostre intenzioni. Non basta dire di essere del Signore quando poi le opere non lo testimoniano. Gesù disse: 

Non chiunque mi dice: Signore, Signore, entrerà nel regno dei cieli, ma colui che fa la volontà del Padre mio che è nei cieli. Molti mi diranno in quel giorno: Signore, Signore, non abbiamo noi profetato nel tuo nome e cacciato demòni nel tuo nome e compiuto molti miracoli nel tuo nome? Io però dichiarerò loro: Non vi ho mai conosciuti; allontanatevi da me, voi operatori di iniquità.

Ecco, noi oggi pensiamo alla misericordia di Dio, ma ci dimentichiamo che Egli giudica con giustizie e rettitudine e che saremo misurati in base a ciò che avremo compiuto in questa vita. Noi dobbiamo capire che perseguire il bene non è un fattore eccezionale, che riguarda solo pochi santi: perseguire il bene è un dovere di tutti coloro che si professano cristiani e figli di Dio. Noi oggi stiamo commettendo l'errore di pensare che basta non uccidere per essere degni del Regno dei Cieli. Ma non è così che si ottiene Dio: Dio si raggiunge solo se si ama, perchè se manca l'amore, se manca la misericordia, allora non riceveremo amore né misericordia. Carissimi, il Siracide ci mette in guardia, soprattutto dalla stoltezza dei pensieri empi: gli empi pensano che dinanzi a Dio non saremo riconosciuti, ma che saremo tutti assunti nel Regno dei Cieli. Mai falsità più grande è stata pronunciata: noi oggi mettiamo in dubbio l'Inferno, ma esso è una triste quanto giusta realtà. Così chi ha seminato male e discordia riceverà male e discordia, ma chi ha seminato il bene riceverà il bene in via centuplicata. 

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