lunedì 28 febbraio 2011

I Proverbi - Ventiquattresimo appuntamento

Anche oggi torna l'appuntamento del lunedì con il Libro dei Proverbi. Siamo giunti al ventiquattresimo capitolo che dà buoni consigli, come sempre, e istruisce per una buona condotta:
 
1Non invidiare gli uomini malvagi,
non desiderare di stare con loro;
2poiché il loro cuore trama rovine
e le loro labbra non esprimono che malanni.
3Con la sapienza si costruisce la casa
e con la prudenza la si rende salda;
4con la scienza si riempiono le sue stanze
di tutti i beni preziosi e deliziosi.
5Un uomo saggio vale più di uno forte,
un uomo sapiente più di uno pieno di vigore,
6perché con le decisioni prudenti si fa la guerra
e la vittoria sta nel numero dei consiglieri.
7È troppo alta la sapienza per lo stolto,
alla porta della città egli non potrà aprir bocca.
8Chi trama per fare il male
si chiama mestatore.
9Il proposito dello stolto è il peccato
e lo spavaldo è l'abominio degli uomini.
10Se ti avvilisci nel giorno della sventura,
ben poca è la tua forza.
11Libera quelli che sono condotti alla morte
e salva quelli che sono trascinati al supplizio.
12Se dici: "Ecco, io non ne so nulla",
forse colui che pesa i cuori non lo comprende?
Colui che veglia sulla tua vita lo sa;
egli renderà a ciascuno secondo le sue opere.
13Mangia, figlio mio, il miele, perché è buono
e dolce sarà il favo al tuo palato.
14Sappi che tale è la sapienza per te:
se l'acquisti, avrai un avvenire
e la tua speranza non sarà stroncata.
15Non insidiare, o malvagio, la dimora del giusto,
non distruggere la sua abitazione,
16perché se il giusto cade sette volte, egli si rialza,
ma gli empi soccombono nella sventura.
17Non ti rallegrare per la caduta del tuo nemico
e non gioisca il tuo cuore, quando egli soccombe,
18perché il Signore non veda e se ne dispiaccia
e allontani da lui la collera.
19Non irritarti per i malvagi
e non invidiare gli empi,
20perché non ci sarà avvenire per il malvagio
e la lucerna degli empi si estinguerà.
21Temi il Signore, figlio mio, e il re;
non ribellarti né all'uno né all'altro,
22perché improvvisa sorgerà la loro vendetta
e chi sa quale scempio faranno l'uno e l'altro?

23Anche queste sono parole dei saggi.
Aver preferenze personali in giudizio non è bene.
24Se uno dice all'empio: "Tu sei innocente",
i popoli lo malediranno, le genti lo esecreranno,
25mentre tutto andrà bene a coloro che rendono giustizia,
su di loro si riverserà la benedizione.
26Dà un bacio sulle labbra
colui che risponde con parole rette.
27Sistema i tuoi affari di fuori
e fatti i lavori dei campi
e poi costruisciti la casa.
28Non testimoniare alla leggera contro il tuo prossimo
e non ingannare con le labbra.
29Non dire: "Come ha fatto a me così io farò a lui,
renderò a ciascuno come si merita".
30Sono passato vicino al campo di un pigro,
alla vigna di un uomo insensato:
31ecco, ovunque erano cresciute le erbacce,
il terreno era coperto di cardi
e il recinto di pietre era in rovina.
32Osservando, riflettevo
e, vedendo, ho tratto questa lezione:
33un po' dormire, un po' sonnecchiare,
un po' incrociare le braccia per riposare
34e intanto viene passeggiando la miseria
e l'indigenza come un accattone.


COMMENTO

Anche oggi continua il richiamo dell'autore a non invidiare il malvagio e a non desiderare le cose malvagie. C'è un motivo se questo richiamo viene più volte sottolineato: infatti, l'uomo essendo per natura incline al male, facilmente arriva ad invidiare l'empio e molto più facilmente giunge a desiderare di stare con lui per ottenere i suoi stessi frutti malvagi. Nel nostro tempo, molti cristiani sono come abbagliati dal male, ne sno fortemente attratti e finiscono per invidiare la posizione di chi trae beneficio dal proprio comportamento maligno. BAsti pensare a tutti quei cristiani che invidiano i governanti anche se quest'ultimi hanno conseguito il potere con ogni sorta di imbroglio o inganno oppure basti pensare a coloro che cercano a tutti i costi di far parte di gruppi di persone perchè il male li rende popolari e ben visti. Tutte queste cose accecano i figli di Dio che vengono portati fuori strada nell'abbandonare la sapienza a favore della stoltezza. Infatti, colui che segue il malvagio, non ragiona secondo sapienza, ma secondo stoltezza in quanto non vede le conseguenze e il dsetino che attende il malvagio: egli riceverà secondo le sue opere. Un uomo saggio, costruisce la sua vita sulla Parola di Dio, allontanando da sé ogni desiderio di malvagità che possa offendere Dio: in questo modo, egli sa che Dio lo ricompenserà e che trarrà molto più beneficio in questa vita ed in quella futura. 
Inoltre, ricordiamoci che Dio legge i cuori e che nessuno di noi può ingannarlo: quando verrà l'ora stabilita, nessuna potrà giustificarsi ritenendo di non aver avuto conoscenza del male. Dio vede nel profondo dell'anima, conosce la verità e non si lascia certo ingannare da noi. Piuttosto, siamo noi uomini che, spinti dal peccato, inganniamo noi stessi, chiudendo gli occhi sulla nostra condotta peccaminosa e rifiutando di ammettere il peccato. Molti cristiani fanno questo: giustificano il peccato, non sapendo di ingannare sé stessi e non sapendo che non potranno salvarsi dalle accuse nel Tribunale divino. Ecco perchè dobbiamo attentamente vagliare ogni cosa usando come parametro il Vangelo e ascoltando la nostra coscienza: solo in questo modo potremo evitare di ingannare noi stessi e di tentare di ingannare l'Altissimo che giudicherà gli uomini secondo le loro opere e non secondo i loro pensieri distorti e ingannevoli.

Un altro saggio consiglio anticipa il clamoroso discorso di Gesù sui nemici: qui vediamo come l'autore solleciti a non gioire della sventura dell'empio e a non desiderarne la caduta per non procurare dolore a Dio. In questo troviamo l'anticamera della pronuncia di Gesù che inviterà gli uomini a non maledire e a non odiare il nemico, ma a benedirlo e ad amarlo: "Amate i vostri nemici"! Siamo dunque chiamati ad un amore trasversale che non si dirige solo sulle persone che ci amano, ma anche sulle persone che ci odiano o che ci perseguitano: in questo un figlio di Dio si distingue dal resto del mondo. 

A chi invece si trova nella posizione di dover giudicare, l'autore chiede imparzialità e giustizia: non si può giudicare secondo favoritismi o piaceri personali, ma solo secondo il canone ferreo della giustizia che non si può manipolare a piacimento. 

Infine un ultimo pensiero va all'uomo pigro: quest'ultimo verrà travolto dalla miseria senza nemmeno accorgersene perchè troppo impegnato a dormire, a rimandare ciò che deve esser fatto e ad oziare... 

0 commenti:

Posta un commento