venerdì 4 marzo 2011

Siracide - Ventitreesimo appuntamento

Prosegue l'appuntamento del venerdì con il Siracide, giunto quest'oggi al ventitreesimo capitolo che si sofferma su alcune specifiche figure di peccato:
 

Siracide - Capitolo 23

[1]Signore, padre e padrone della mia vita,
non abbandonarmi al loro volere,
non lasciarmi cadere a causa loro.
[2]Chi applicherà la frusta ai miei pensieri,
al mio cuore la disciplina della sapienza?
Perché non siano risparmiati i miei errori
e i miei peccati non restino impuniti,
[3]perché non si moltiplichino i miei errori
e non aumentino di numero i miei peccati,
io non cada davanti ai miei avversari
e il nemico non gioisca sul mio conto.
[4]Signore, padre e Dio della mia vita,
non mettermi in balìa di sguardi sfrontati
[5]e allontana da me la concupiscenza.
[6]Sensualità e libidine non s'impadroniscano di me;
a desideri vergognosi non mi abbandonare.  

[7]Figli, ascoltate l'educazione della bocca,
chi l'osserva non si perderà.
[8]Il peccatore è vittima delle proprie labbra,
il maldicente e il superbo vi trovano inciampo.
[9]Non abituare la bocca al giuramento,
non abituarti a nominare il nome del Santo.
[10]Come uno schiavo interrogato di continuo
non sarà senza lividure,
così chi giura e ha sempre in bocca Dio
non sarà esente da peccato.
[11]Un uomo dai molti giuramenti si riempie di iniquità;
il flagello non si allontanerà dalla sua casa.
Se cade in fallo, il suo peccato è su di lui;
se non ne tiene conto, pecca due volte.
Se giura il falso non sarà giustificato,
la sua casa si riempirà di sventure.  

[12]C'è un modo di parlare che si può paragonare alla morte;
non si trovi nella discendenza di Giacobbe.
Dagli uomini pii tutto ciò sia respinto,
così non si rotoleranno nei peccati.
[13]La tua bocca non si abitui a volgarità grossolane,
in esse infatti c'è motivo di peccato.
[14]Ricorda tuo padre e tua madre, quando siedi tra i grandi,
non dimenticarli mai davanti a costoro,
e per abitudine non dire sciocchezze;
potresti desiderare di non essere nato
e maledire il giorno della tua nascita.
[15]Un uomo abituato a discorsi ingiuriosi
non si correggerà in tutta la sua vita.
[16]Due specie di colpe moltiplicano i peccati, la terza provoca l'ira:
[17]una passione ardente come fuoco acceso
non si calmerà finché non sarà consumata;
un uomo impudico nel suo corpo
non smetterà finché non lo divori il fuoco;
per l'uomo impuro ogni pane è appetitoso,
non si stancherà finché non muoia.
[18]L'uomo infedele al proprio letto
dice fra sé: «Chi mi vede?
Tenebra intorno a me e le mura mi nascondono;
nessuno mi vede, che devo temere?
Dei miei peccati non si ricorderà l'Altissimo».
[19]Il suo timore riguarda solo gli occhi degli uomini;
non sa che gli occhi del Signore
sono miriadi di volte più luminosi del sole;
essi vedono tutte le azioni degli uomini
e penetrano fin nei luoghi più segreti.
[20]Tutte le cose, prima che fossero create, gli erano note;
allo stesso modo anche dopo la creazione.
[21]Quest'uomo sarà punito nelle piazze della città,
sarà preso dove meno se l'aspetta.  

[22]Così della donna che abbandona suo marito,
e gli presenta eredi avuti da un estraneo.
[23]Prima di tutto ha disobbedito alle leggi dell'Altissimo,
in secondo luogo ha commesso un torto verso il marito,
in terzo luogo si è macchiata di adulterio
e ha introdotto in casa figli di un estraneo.
[24]Costei sarà trascinata davanti all'assemblea
e si procederà a un'inchiesta sui suoi figli.
[25]I suoi figli non avranno radici,
i suoi rami non porteranno frutto.
[26]Lascerà il suo ricordo in maledizione,
la sua infamia non sarà cancellata.
[27]I superstiti sapranno
che nulla è meglio del timore del Signore,
nulla più dolce dell'osservare i suoi comandamenti.

COMMENTO


Diverse sono le figure di peccato che vengono oggi poste alla nostra attenzione: i giuramenti, la bocca volgare, i peccati impuri e l'adulterio. Innanzitutto, l'autore si rivolge al Signore in un modo che ci ricorda molto quello di Davide: egli si affida al Signore per sfuggire al peccato, per far in modo che il nemico (che possiamo identificare con il maligno) non prevalga. Questa è un'invocazione che tutti noi dobbiamo fare: tutti noi, infatti, siamo in balia del peccato e tutti noi abbiamo bisogno che Dio ci liberi dalle tentazioni, dalle concupiscenze sempre più forti e dai desideri vergognosi e impuri che sono frutto della perversione e della libidine senza controllo. Tutte queste cose sono in abominio al Signore e chi le commette va contro di Lui. 
Ma ci sono altre cose che vanno contro il volere di Dio: innanzitutto vediamo come l'autore ci invita a non usare la nostra bocca in maniera volgare e in secondo luogo vediamo come viene richiesto di evitare i giuramenti e di nominare il nome di Dio invano. In queste prescrizioni, vediamo l'antitesi del discorso di Gesù il quale si soffermò sia sui giuramenti e sia sull'uso volgare della bocca:


"ma io vi dico: non giurate affatto: né per il cielo, perché è il trono di Dio; né per la terra, perché è lo sgabello per i suoi piedi; né per Gerusalemme, perché è la città del gran re. Non giurare neppure per la tua testa, perché non hai il potere di rendere bianco o nero un solo capello. Sia invece il vostro parlare sì, sì; no, no; il di più viene dal maligno"(Matteo 5, 34-37)


"Ascoltate e intendete! Non quello che entra nella bocca rende impuro l'uomo, ma quello che esce dalla bocca rende impuro l'uomo!". Allora i discepoli gli si accostarono per dirgli: "Sai che i farisei sono scandalizzati nel sentire queste parole?". Ed egli rispose: "Ogni pianta che non è stata piantata dal mio Padre celeste sarà sradicata. Lasciateli! Sono ciechi e guide di ciechi. E quando un cieco guida un altro cieco, tutti e due cadranno in un fosso!". Pietro allora gli disse: "Spiegaci questa parabola '. Ed egli rispose: "Anche voi siete ancora senza intelletto? Non capite che tutto ciò che entra nella bocca passa nel ventre e va a finire nella fogna? Invece ciò che esce dalla bocca proviene dal cuore. Questo rende immondo l'uomo. Dal cuore, infatti, provengono i propositi malvagi, gli omicidi, gli adulteri, le prostituzioni, i furti, le false testimonianze, le bestemmie. Queste sono le cose che rendono immondo l'uomo, ma il mangiare senza lavarsi le mani non rende immondo l'uomo"» (Matteo 15, 10-20).


Dunque Gesù stesso ci dice di non giurare e di porre attenzione a quanto facciamo uscire dalla bocca perchè è questo ciò che rende un uomo impuro. Dobbiamo perciò curare la nostra lingua per evitare che si abitui nel pronunciare parole volgari, turpiloqui che possono non solo rendere impuri noi stessi, ma anche e soprattutto chi ci ascolta, come i bambini che assorbono il linguaggio volgare degli adulti incauti. Proprio i bambini sono le vittime di questo comportamento e la colpa ricade sugli adulti e sui genitori che usano certe espressioni e che invece di redarguire i figli che le ripetono, ci ridono su.
Ci sono poi altri peccati che il Siracide oggi ci mostra e sono quelli più pericolosi e devastanti perchè legati alle tentazioni carnali. In particolare il riferimento è all'adulterio, a c'è un riferimento generali a quei comportamenti che alimentano una passione ardente come fuoco acceso che non si calmerà finché non sarà consumata. Ecco perchè dobbiamo restare lontani dalle fonti di tentazione: perchè entrare in tentazione, fa venir meno le nostre forze e quel fuoco che si accende, lo potremo spegnere solamente cadendo nel peccato.
E chi commette peccato, non si può nascondere dinanzi a Dio: certo si può nascondere dagli uomini, chiudendosi nella propria camera o nel proprio letto, ma di certo non potrà nascondersi dallo sguardo di Dio che penetra ogni cosa. Dunque, quell'uomo che pensa di essere astuto perchè nasconde i suoi misfatti agli uomini e che pensa che Dio non si ricorderà dei suoi peccati è in realtà uno stolto perchè non sa che dinanzi al Tribunale divino saremmo giudicati in base a tutte le nostre opere perchè Dio conosce ogni cosa. Lo stesso vale per la donna adultera che si presenta con figli avuti al di fuori dell'unione coniugale: anch'essa sarà vittima della sua stoltezza perchè non ha avuto timore del Signore e non ha rispettato i Suoi precetti. 
Un uomo saggio, invece, ha timore del Signore e si crogiola dei comandamenti del Signore! 

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