domenica 3 aprile 2011

Il Libro di Giobbe - Ventinovesimo appuntamento

Torniamo a riscoprire la vita di Giobbe attraverso il nostro consueto appuntamento domenicale che ci consente di attingere esempio di fedeltà da questo umile profeta di Dio. Oggi siamo giunti alla parte conclusiva del lamento di Giobbe. Dalla prossima settimana entrerà in scena un nuovo personaggio il che rappresenta l'inizio di un nuovo dibattito tra Giobbe e costui. Ma ora prestiamo attenzione all'ultima parte del lamento di Giobbe:

31

1Avevo stretto con gli occhi un patto
di non fissare neppure una vergine.
2Che parte mi assegna Dio di lassù
e che porzione mi assegna l'Onnipotente dall'alto?
3Non è forse la rovina riservata all'iniquo
e la sventura per chi compie il male?
4Non vede egli la mia condotta
e non conta tutti i miei passi?
5Se ho agito con falsità
e il mio piede si è affrettato verso la frode,
6mi pesi pure sulla bilancia della giustizia
e Dio riconoscerà la mia integrità.
7Se il mio passo è andato fuori strada
e il mio cuore ha seguito i miei occhi,
se alla mia mano si è attaccata sozzura,
8io semini e un altro ne mangi il frutto
e siano sradicati i miei germogli.
9Se il mio cuore fu sedotto da una donna
e ho spiato alla porta del mio prossimo,
10mia moglie macini per un altro
e altri ne abusino;
11difatti quello è uno scandalo,
un delitto da deferire ai giudici,
12quello è un fuoco che divora fino alla distruzione
e avrebbe consumato tutto il mio raccolto.
13Se ho negato i diritti del mio schiavo
e della schiava in lite con me,
14che farei, quando Dio si alzerà,
e, quando farà l'inchiesta, che risponderei?
15Chi ha fatto me nel seno materno, non ha fatto anche lui?
Non fu lo stesso a formarci nel seno?
16Mai ho rifiutato quanto brama il povero,
né ho lasciato languire gli occhi della vedova;
17mai da solo ho mangiato il mio tozzo di pane,
senza che ne mangiasse l'orfano,
18poiché Dio, come un padre, mi ha allevato fin dall'infanzia
e fin dal ventre di mia madre mi ha guidato.
19Se mai ho visto un misero privo di vesti
o un povero che non aveva di che coprirsi,
20se non hanno dovuto benedirmi i suoi fianchi,
o con la lana dei miei agnelli non si è riscaldato;
21se contro un innocente ho alzato la mano,
perché vedevo alla porta chi mi spalleggiava,
22mi si stacchi la spalla dalla nuca
e si rompa al gomito il mio braccio,
23perché mi incute timore la mano di Dio
e davanti alla sua maestà non posso resistere.
24Se ho riposto la mia speranza nell'oro
e all'oro fino ho detto: "Tu sei la mia fiducia";
25se godevo perché grandi erano i miei beni
e guadagnava molto la mia mano;
26se vedendo il sole risplendere
e la luna chiara avanzare,
27si è lasciato sedurre in segreto il mio cuore
e con la mano alla bocca ho mandato un bacio,
28anche questo sarebbe stato un delitto da tribunale,
perché avrei rinnegato Dio che sta in alto.
29Ho gioito forse della disgrazia del mio nemico
e ho esultato perché lo colpiva la sventura,
30io che non ho permesso alla mia lingua di peccare,
augurando la sua morte con imprecazioni?
31Non diceva forse la gente della mia tenda:
"A chi non ha dato delle sue carni per saziarsi?".
32All'aperto non passava la notte lo straniero
e al viandante aprivo le mie porte.
33Non ho nascosto, alla maniera degli uomini, la mia colpa,
tenendo celato il mio delitto in petto,
34come se temessi molto la folla,
e il disprezzo delle tribù mi spaventasse,
sì da starmene zitto senza uscire di casa.
35Oh, avessi uno che mi ascoltasse!
Ecco qui la mia firma! L'Onnipotente mi risponda!
Il documento scritto dal mio avversario
36vorrei certo portarlo sulle mie spalle
e cingerlo come mio diadema!
37Il numero dei miei passi gli manifesterei
e mi presenterei a lui come sovrano.
38Se contro di me grida la mia terra
e i suoi solchi piangono con essa;
39se ho mangiato il suo frutto senza pagare
e ho fatto sospirare dalla fame i suoi coltivatori,
40in luogo di frumento, getti spine,
ed erbaccia al posto dell'orzo.


COMMENTO

Qui Giobbe fa un elenco di cose che non ha fatto ponendo davanti ad esse il "se". Se ho fatto questo, se ho fatto quello.. Sono un po' le domande che ci poniamo noi quando ci troviamo davanti a una sofferenza, un castigo, una pena. A volte abbiamo detto: "Che cosa ho fatto per meritarmi tale castigo"? Non tutte le sofferenze che riceviamo sono giusto castigo per le nostre azioni, ma c'è anche la sofferenza che è strumento di redenzione e di crescita, o come nel caso di Giobbe c'è la sofferenza che è prova di fedeltà. A volte ci siamo detti: e se ho fatto questo per meritarmi questo castigo? E se ho fatto quello? Ho ospitato il forestiero, rammenta Giobbe, ho dato da mangiare a chi aveva fame, si chiede allora, come mai mi sono piombate addosso tutte queste sofferenze? E aggiunge: Se ho fatto questo o quello, mi capitino sciagure. Come se dicesse: Se ho mancato di carità, se ho augurato male al mio prossimo, se ho rubato, se ho fatto qualcosa di cui non ricordo, il Signore mi faccia pagare i miei errori, mi mandi in rovina. In questo modo Giobbe dimostra di essere una persona umile perché pensa che Dio lo stia facendo soffrire per una colpa commessa, quando in realtà non è un castigo per delle colpe che non ha commesso. E' invece il demonio che lo ha mandato in rovina, su permesso del Creatore.  In realtà Giobbe sa di non aver commesso alcuna delle colpe sopraelencate, e pure se fosse è già pronto al pentimento. Anche noi dobbiamo pentirci per i nostri peccati, per quelli visibili o invisibili, cioè per quelli che ricordiamo e per quelli di cui non ce ne rendiamo conto. Dobbiamo essere pronti a dire al Signore: Perdona tutte le mie colpe, solo Tu le conosci una ad una e solo Tu le puoi perdonare.

In conclusione, Giobbe esprime il suo dolore per la sofferenza che sta vivendo, trovando un po' di sollievo in questo lamento, nella speranza di trovare perdono. Pur nonostante tutte le sciagure, Giobbe in realtà sente la speranza nel cuore di poter vedere un giorno l'alba della gioia. Il lamento quando è giusto e cioè privo di imprecazioni, quando è richiesta di soccorso fatta a Dio con cuore addolorato ma fiducioso, è un lamento che solleva.

Prossima settimana vedremo come già anticipato, l'intervento di questo nuovo personaggio che in realtà è già presente insieme a Giobbe e ai tre suoi amici ad ascoltare i loro dibattiti, ma è lì nel silenzio in attesa di poter intervenire.

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