domenica 22 maggio 2011

Il Libro di Giobbe - Trentacinquesimo appuntamento

Torna come ogni domenica, l'appuntamento con Il Libro di Giobbe, giunto quest'oggi al trentasettesimo capitolo con il prosieguo del discorso di Eliu:


37

1Per questo mi batte forte il cuore
e mi balza fuori dal petto.
2Udite, udite, il rumore della sua voce,
il fragore che esce dalla sua bocca.
3Il lampo si diffonde sotto tutto il cielo
e il suo bagliore giunge ai lembi della terra;
4dietro di esso brontola il tuono,
mugghia con il suo fragore maestoso
e nulla arresta i fulmini,
da quando si è udita la sua voce;
5mirabilmente tuona Dio con la sua voce
opera meraviglie che non comprendiamo!
6Egli infatti dice alla neve: "Cadi sulla terra"
e alle piogge dirotte: "Siate violente".
7Rinchiude ogni uomo in casa sotto sigillo,
perché tutti riconoscano la sua opera.
8Le fiere si ritirano nei loro ripari
e nelle loro tane si accovacciano.
9Dal mezzogiorno avanza l'uragano
e il freddo dal settentrione.
10Al soffio di Dio si forma il ghiaccio
e la distesa dell'acqua si congela.
11Carica di umidità le nuvole
e le nubi ne diffondono le folgori.
12Egli le fa vagare dappertutto
secondo i suoi ordini,
perché eseguiscano quanto comanda loro
sul mondo intero.
13Le manda o per castigo della terra
o in segno di bontà.
14Porgi l'orecchio a questo, Giobbe, soffèrmati
e considera le meraviglie di Dio.
15Sai tu come Dio le diriga
e come la sua nube produca il lampo?
16Conosci tu come la nube si libri in aria,
i prodigi di colui che tutto sa?
17Come le tue vesti siano calde
quando non soffia l'austro e la terra riposa?
18Hai tu forse disteso con lui il firmamento,
solido come specchio di metallo fuso?
19Insegnaci che cosa dobbiamo dirgli.
Noi non parleremo per l'oscurità.
20Gli si può forse ordinare: "Parlerò io?".
O un uomo può dire che è sopraffatto?
21Ora diventa invisibile la luce,
oscurata in mezzo alle nubi:
ma tira il vento e le spazza via.
22Dal nord giunge un aureo chiarore,
intorno a Dio è tremenda maestà.
23L'Onnipotente noi non lo possiamo raggiungere,
sublime in potenza e rettitudine
e grande per giustizia: egli non ha da rispondere.
24Perciò gli uomini lo temono:
a lui la venerazione di tutti i saggi di mente.


COMMENTO

Spesso, soprattutto in un'era come questa nella quale ci affidiamo molto spesso alla meteorologia, dimentichiamo che i fenomeni atmosferici sono fissati dalla Divina Provvidenza. Diamo per scontato che il tutto sia un normale fenomeno naturale che segue un preciso ordine. Ricordiamo l'episodio di Gesù nel Vangelo quando sgridò i venti e il mare ed essi si calmarono. Da questo episodio sappiamo che leggi della natura sono sottomesse alla Parola di Dio. Ci basti pensare che a Dio basterebbe un solo comando per distruggere la Terra: questo non avviene perché Dio non vuole la distruzione del nostro bel pianeta, ma soprattutto non desidera la nostra distruzione. Il diluvio universale è forse stato un fenomeno naturale? Assolutamente no. I mari hanno obbedito al comando del Creatore. Avrebbe potuto spazzare via il pianeta ma non l'ha fatto. Ha voluto preservare il genere umano e le varie specie animali guidando Noè, e anzi Egli stesso ha salvato il genere umano scegliendo un'atroce morte in croce anziché annientare l'uomo. Da questo possiamo contemplare la grandezza della Sua Misericordia che è più grande della Sua Giustizia. Il genere umano ha accumulato così tanti peccati nel corso della storia che avrebbe meritato castighi eterni: invece Dio è così misericordioso che vuole salvi tutti e si è fatto Lui stesso vittima di espiazione pur di non veder perduta la Sua amata creatura e figlia. Dice Eliu: intorno a Dio è tremenda maestà. Dobbiamo cominciare a riconoscere la sconfinata grandezza del Creatore che va al di là di ogni comprensione umana. Nemmeno il più saggio al mondo per quanto conoscesse bene Dio, poteva conoscere la Sua immensa ed infinita grandezza. Noi tremeremmo se ci trovassimo dinnanzi a Lui, moriremmo dallo spavento ma Dio ci ama così tanto da averci  Suoi figli e celatosi sotto le specie di pane per venire incontro a noi. Davanti a un Dio così infinitamente potente e nel contempo infinitamente buono, come si fa a non avere timore e come si fa a non amarlo? Il timore, anche se siamo figli, deve sempre accompagnarci perché un padre per quanto ami i suoi figli e li benefica, merita sempre di essere rispettato. Così Dio, essendo il Creatore e l'Altissimo, non merita assolutamente mancanze di rispetto da parte dell'uomo. Egli ci permette di temerlo e allo stesso tempo di essere confidenti con Lui. L'amore tuttavia è ciò che ci dà tutto quello che abbiamo bisogno per rapportarci nel giusto modo con Dio: se Lo amiamo, certamente Lo rispettiamo poiché l'amore porta con sé ogni giustizia. Attraverso le parole di Eliu possiamo almeno in parte renderci conto dell'Onnipotenza di Dio. Eppure quel che comprendiamo della Sua grandezza ai nostri occhi è già tantissimo, ma è niente rispetto alla Sua effettiva enormità che è infinita. Se davanti a quel poco che comprendiamo di Lui ne restiamo meravigliati, cosa ci accadrebbe se Lo vedessimo così com'Egli è? Eliu dice a Giobbe "considera le meraviglie di Dio", ma questo dobbiamo sentirlo rivolto a ciascuno di noi, specie nei momenti in cui dimentichiamo che quanto è presente, cielo, terra, mare, stelle, pianeti, galassie e l'intero universo è stato creato dalla Parola del Signore. 

Siamo giunti alla parte conclusiva del discorso di Eliu rivolto a Giobbe. Dalla prossima settimana chi prenderà la parola è il più grande di tutti e cioè Dio in persona. Si avvia così verso la conclusione il Libro di Giobbe che ad ogni modo ci terrà compagnia per altre cinque settimane.

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