venerdì 26 agosto 2011

Siracide - Quarantacinquesimo appuntamento

Proseguiamo la lettura del libro sapienziale del Siracide con il quarantacinquesimo capitolo:


45

1Da lui fece sorgere un uomo di pietà,
che riscosse una stima universale
e fu amato da Dio e dagli uomini:
Mosè, il cui ricordo è benedizione.
2Lo rese glorioso come i santi
e lo rese grande a timore dei nemici.
3Per la sua parola fece cessare i prodigi
e lo glorificò davanti ai re;
gli diede autorità sul suo popolo
e gli mostrò una parte della sua gloria.
4Lo santificò nella fedeltà e nella mansuetudine;
lo scelse fra tutti i viventi.
5Gli fece udire la sua voce;
lo introdusse nella nube oscura
e gli diede a faccia a faccia i comandamenti,
legge di vita e di intelligenza,
perché spiegasse a Giacobbe la sua alleanza,
i suoi decreti a Israele.

6Egli innalzò Aronne, santo come lui,
suo fratello, della tribù di Levi.
7Stabilì con lui un'alleanza perenne
e gli diede il sacerdozio tra il popolo.
Lo onorò con splendidi ornamenti
e gli fece indossare una veste di gloria.
8Lo rivestì con tutta la magnificenza,
lo adornò con paramenti maestosi:
calzoni, tunica e manto.
9All'orlo della sua veste pose melagrane,
e numerosi campanelli d'oro all'intorno,
che suonassero al muovere dei suoi passi,
diffondendo il tintinnio nel tempio,
come richiamo per i figli del suo popolo.
10L'ornò con una veste sacra, d'oro,
violetto e porpora, capolavoro di ricamo;
con il pettorale del giudizio, con i segni della verità,
e con tessuto di lino scarlatto, capolavoro di artista;
11con pietre preziose, incise come sigilli,
su castoni d'oro, capolavoro di intagliatore,
quale memoriale con le parole incise
secondo il numero delle tribù di Israele.
12Sopra il turbante gli pose una corona d'oro
con incisa l'iscrizione sacra,
insegna d'onore, lavoro stupendo,
ornamento delizioso per gli occhi.
13Prima di lui non si erano viste cose simili,
mai un estraneo le ha indossate;
esse sono riservate solo ai suoi figli
e ai suoi discendenti per sempre.
14I suoi sacrifici vengono tutti bruciati,
due volte al giorno, senza interruzione.
15Mosè lo consacrò e l'unse con l'olio santo.
Costituì un'alleanza perenne per lui
e per i suoi discendenti, finché dura il cielo:
quella di presiedere al culto ed esercitare il sacerdozio
e benedire il popolo nel nome del Signore.
16Il Signore lo scelse tra tutti i viventi
perché gli offrisse sacrifici,
incenso e profumo come memoriale
e perché compisse l'espiazione per il suo popolo.
17Gli affidò i suoi comandamenti,
il potere sulle prescrizioni del diritto,
perché insegnasse a Giacobbe i decreti
e illuminasse Israele nella sua legge.
18Contro di lui insorsero uomini estranei
e furono gelosi di lui nel deserto;
erano gli uomini di Datan e di Abiron
e quelli della banda di Core, furiosi e violenti.
19Il Signore vide e se ne indignò;
essi finirono annientati nella furia della sua ira.
Egli compì prodigi a loro danno
per distruggerli con il fuoco della sua fiamma.
20E aumentò la gloria di Aronne,
gli assegnò un patrimonio,
gli riservò le primizie dei frutti,
dandogli innanzi tutto pane in abbondanza.
21Si nutrono infatti delle vittime offerte al Signore
che egli ha assegnato ad Aronne e ai suoi discendenti.
22Tuttavia non ha un patrimonio nel paese del popolo,
non c'è porzione per lui in mezzo al popolo,
perché il Signore è la sua parte e la sua eredità.

23Pincas, figlio di Eleazaro, fu il terzo nella gloria
per il suo zelo nel timore del Signore
per la sua fermezza quando il popolo si ribellò,
egli infatti intervenne con generoso coraggio
e placò Dio in favore di Israele.
24Per questo fu stabilita con lui un'alleanza di pace,
perché presiedesse al santuario e al popolo;
così a lui e alla sua discendenza fu riservata
la dignità del sacerdozio per sempre.
25Ci fu anche un'alleanza con Davide,
figlio di Iesse, della tribù di Giuda;
la successione reale dal padre a uno solo dei figli,
la successione di Aronne, a tutta la sua discendenza.
26Vi infonda Dio sapienza nel cuore
per governare il popolo con giustizia,
perché non scompaiano le virtù dei padri
e la loro gloria nelle varie generazioni.


RIFLESSIONE

Oggi abbiamo modo di riflettere sulla dignità sacerdotale. Nel nostro secolo oggi viene banalizzata la figura del sacerdote, ma la Bibbia esalta il sacerdozio poiché esso è dono di Dio fatto al popolo. San Giovanni Maria Vianney scrisse: "Se comprendessimo bene che cos'è un prete sulla terra, moriremmo: non di spavento, ma d'amore... Senza il prete, la morte e la passione di Nostro Signore non servirebbero a niente. È il prete che continua l'opera della Redenzione sulla terra... Che ci gioverebbe una casa piena d'oro se non ci fosse nessuno che ce ne apre la porta? Il prete possiede la chiave dei tesori celesti, è lui che apre la porta, egli è l'economo del buon Dio, l'amministratore dei suoi beni... lasciate una parrocchia per vent'anni senza prete, vi si adoreranno le bestie... il prete non è prete per sé, lo è per voi".

Abbiamo visto Ben Sira esaltare Aronne, mentre uomini dei giorni nostri non avrebbero esitato a scagliarsi contro di lui davanti agli errori da lui commessi. Mosè, suo fratello intercedette per lui perché il Signore gli risparmiasse la punizione che egli aveva giustamente meritata. Mosè fa appello alla misericordia di Dio, quello che oggi molti secolari e gli stessi cattolici non fanno nei confronti di quei sacerdoti un po' distratti. Il Signore non solo perdonò Aronne ma aumentò la sua gloria. L'uomo anziché giudicare deve pregare per i sacerdoti poiché essi sono pur sempre stati scelti da Dio per il nostro bene e anche loro hanno bisogno delle nostre preghiere perché il Signore perdoni loro le loro mancanze e li santifichi. Il Signore si indignò nei confronti dei nemici di Aronne e si indignerà anche nei nostri confronti se giudichiamo i Suoi eletti.

Gesù è venuto a donarci il Suo Spirito perché possiamo vivere in umiltà, ingrediente indispensabile per non aspirare a carriere e per non metterci contro il nostro prossimo. Gli uomini di Datan e di Abiron furono gelosi di Aronne, come oggi sono gelosi tanti uomini tra loro. Alcuni di essi muovono guerre nei confronti dei sacerdoti, anche e soprattutto verso il nostro caro e amato Pontefice, uomo umile e giusto. Perché queste gelosie quando Dio ha chiamato il sacerdote per dare il pane e il vino della salvezza a tutti? Il sacerdozio non è carriera personale, ma dono che Dio fa al Suo servo e ai Suoi figli, al Suo popolo perché mediante il sacerdozio si santifichino preti e fedeli. Perché essere gelosi nei confronti di un uomo, in questo caso il sacerdote, che lavora per il bene degli altri e per il nostro stesso bene? Non ha senso.

Amiamo di più i nostri sacerdoti, anche quando mancano e soprattutto preghiamo per loro. Il Signore ci benedirà poiché Egli li ha scelti per il nostro bene.

Concludiamo con una breve riflessione sulla politica attuale. Il capitolo odierno conclude dicendo: 
"Vi infonda Dio sapienza nel cuore per governare il popolo con giustizia, perché non scompaiano le virtù dei padri e la loro gloria nelle varie generazioni". Questo è senz'altro rivolto ai sacerdoti, ma vale anche per i governanti delle nazioni. C'è bisogno di più preghiera perché il Signore infondi sapienza nei cuori di chi governa, perché non rinneghino le radici cristiane e "perché non scompaiano le virtù dei padri", modello e guida per la buona civiltà.

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