sabato 14 gennaio 2012

Il Sabato dei Salmi - Salmo 87 - Sion, madre dei popoli

Salmo 87   

Sion, madre dei popoli 
[1]Dei figli di Core.Salmo. Canto. 

Le sue fondamenta sono sui monti santi;
[2]il Signore ama le porte di Sion
più di tutte le dimore di Giacobbe.
[3]Di te si dicono cose stupende,
città di Dio.
[4]Ricorderò Raab e Babilonia fra quelli che mi conoscono;
ecco, Palestina, Tiro ed Etiopia:
tutti là sono nati.
[5]Si dirà di Sion: «L'uno e l'altro è nato in essa
e l'Altissimo la tiene salda». 

[6]Il Signore scriverà nel libro dei popoli:
«Là costui è nato».
[7]E danzando canteranno:
«Sono in te tutte le mie sorgenti». 


Questo testo ci ricorda che la città santa di Sion è vista come il luogo in cui tutte le nazioni trovano la loro casa. Le genti di Raab (Egitto) e di Babel, cioè di quelle di Occidente e di Oriente, quelle vicine di Canaan e quelle lontane di Etiopia, tutte hanno Gerusalemme come indicazione del luogo di nascita. Ciò riguarda sia gli ebrei della diaspora sia i proseliti. Per tutti loro Gerusalemme è la città del loro Dio dell’Alleanza. Ma il solenne oracolo divino ha senza dubbio una portata più ampia, che comprende anche il futuro. È un’eco di Zc 2,15: "Molte genti si aggregheranno a Dio in quel tempo. Apparterranno a lui come popolo", e di Is 19,23: "L’Egitto insieme con Assur serviranno Dio". Sion sarà chiamata madre di tutte le genti. Secondo l’annuncio del Nuovo Testamento, la missione di Sion nella storia della salvezza è passata al nuovo popolo di Dio e al suo capo Gesù Cristo (cfr. Gal 4,26). Sulla linea di questo salmo si trova Eb 12,22-24: "Voi vi siete invece accostati al monte di Sion e alla città del Dio vivente, alla Gerusalemme celeste e a miriadi di angeli, all’adunanza festosa e all’assemblea dei primogeniti iscritti nei cieli, al Dio giudice di tutti e agli spiriti dei giusti portati alla perfezione, al Mediatore della Nuova Alleanza e al sangue dell’aspersione dalla voce più eloquente di quello di Abele". E proprio ai cristiani di origine pagana Paolo scrive: "Voi non siete più stranieri né ospiti, ma concittadini dei santi e membri della famiglia di Dio, edificati sul fondamento degli apostoli e dei profeti, dei quali pietra angolare è Cristo Gesù, in cui tutto l’edificio compaginato si innalza in un unico tempio santo nel Signore" (Ef 2,19-20).


Commento dei Padri della Chiesa


v. 1 "Le fondamenta della Gerusalemme celeste sono lassù, sui monti santi e le sue porte sono presso di noi: l’entrata della chiesa è l’entrata del regno dei cieli" (Eusebio).


"Il popolo cristiano è edificato sul fondamento degli apostoli e dei profeti (cfr. Ef 2,20)" (Atanasio).


"Il salmista comincia come se avesse già parlato di questa città: nel suo cuore, infatti, non cessa mai di parlarne. Anche l’Agostino è cittadino di questa città: l’uno e l’altro ne parlano per esortare tutti i concittadini. Apostoli e profeti sono le fondamenta di questa città, e la pietra angolare è il Cristo (Ef 2,20) che unisce i due popoli" (Agostino).


"L’esclamazione iniziale sulla solidità delle fondamenta mostra quanto sia solido l’edificio. Il Cristo è il fondamento: Nessuno può porre un fondamento diverso da quello che è stato posto, che è Gesù Cristo (cfr. 1Cor 3,11)" (Cassiodoro).


v. 2 "Il Signore ama la città spirituale più di tutte le figure che l’hanno preceduta" (Agostino).


v. 3 "Le cose gloriose che sono dette di te, città di Dio, è che uomini immersi nell’ignoranza e nel vizio divengono degni di abitare in te" (Teodoreto).


v. 4 "L’enumerazione di tutti questi nomi è un modo di esprimere la vocazione universale... Per la rigenerazione che essi hanno ricevuto sono diventati figli di Dio" (Eusebio).


"I nomi che seguono non appartengono al popolo giudeo, quindi rappresentano tutte le nazioni. Raab, in particolare, rappresenta i gentili salvati ormai dal segno del sangue (cfr. Gs 2,18); Babilonia è il simbolo dell’empietà: tutti i malvagi appartengono a Sion. Ma si passerà da Babilonia a Sion per mezzo di colui che giustifica l’empio (cfr. Rm 4,5)? E fin dove si estenderà questa glorificazione? Fino all’estremità della terra. L’Etiopia è considerata come l’estremo della terra" (Agostino).


"I popoli idolatri saranno illuminati dalla misericordia del Signore" (Cassiodoro).


"Il Signore si ricorderà anche dei peccatori. Prostràti sotto la legge del peccato, questa promessa ci dona una gioiosa speranza" (Ruperto).


v. 5 "Il bambino Gesù nascerà a Betlemme, ma l’Uomo a Sion (cfr. Gv 19,5)... Perché l’evangelista narra il censimento durante il quale nacque Gesù? Per annunciare un mistero: era necessario che il Cristo fosse censito, lui pure. Iscritto insieme a tutti gli altri, avrebbe santificato tutti gli uomini; questo universo intero, insieme al quale era censito, offriva la sua comunione; poi lui, a sua volta, avrebbe censito nel Libro dei viventi tutti quelli che avrebbero creduto in lui" (Origene).


«C’è un uomo che dirà a Sion: "Madre", e per mezzo di quest’uomo tutti verranno a lei. Chi è quest’uomo? Il salmo risponde: "L’uomo è nato in essa e l’Altissimo la tiene salda". Vedete, fratelli miei, che veramente grandi cose sono dette della città di Dio: L’uomo è nato in essa. Ma non è solo un uomo, è l’Altissimo, e ha fondato questa città per nascervi, allo stesso modo che ha creato sua madre per nascere da lei. Quale promessa, quale speranza, fratelli miei! Ecco per noi l’Altissimo, che ha fondato la città, le dice: "Madre!"» (Agostino).


"Diciamo anche noi: Madre Sion! Tiro e gli altri credono nella chiesa e nascono nella chiesa. Battezzati nella Chiesa, la chiamano: Madre!" (Girolamo).


"La madre Sion dice che l’uno e l’altro è nato in essa: il primo Adamo, nato dalla terra, è fatto anima vivente; il secondo Adamo nasce dalla Vergine nello Spirito vivificante" (Arnobio il giovane).


"Saremo iscritti nella Sion che è la chiesa spirituale. L’uomo per eccellenza è nato in lei e l’ha fondata" (Atanasio).


vv. 6-7 "Penso che il salmista designi il radunarsi di tutti i fedeli in un solo coro nella città di Dio. In lei si riunirà l’assemblea di Dio" (Eusebio).


"In te la dimora di tutti i beati. Noi siamo torchiati nel nostro pellegrinaggio, ma la nostra dimora sarà beatitudine. Fatica e pianto saranno passati, non ci sarà più che la lode. Ogni nostra occupazione sarà lodare Dio e godere Dio: noi abiteremo e saremo abitati, Dio sarà tutto in tutti (cfr. 1Cor 15)" (Agostino).


"Ci è detto poco e tuttavia la gioia è piena. Beati quelli che, sotto la guida del Signore, giungono là ove l’intelligenza è lasciata indietro, ove il desiderio è superato" (Cassiodoro).

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