sabato 14 aprile 2012

Il Sabato dei Salmi - Salmo 100 - Invito alla lode



Salmo 100   

Invito alla lode 
[1]Salmo. In rendimento di grazie. 

[2]Acclamate al Signore, voi tutti della terra,
servite il Signore nella gioia,
presentatevi a lui con esultanza. 

[3]Riconoscete che il Signore è Dio;
egli ci ha fatti e noi siamo suoi,
suo popolo e gregge del suo pascolo. 

[4]Varcate le sue porte con inni di grazie,
i suoi atri con canti di lode,
lodatelo, benedite il suo nome;
[5]poiché buono è il Signore,
eterna la sua misericordia,
la sua fedeltà per ogni generazione.



Commento dal sito: http://www.padrelinopedron.it


Il popolo di Dio sa di essere protetto dal suo Signore. Nei tempi esso avverte la paterna bontà di Dio e l’amicizia del creatore che accompagna tutte le generazioni e tutte le epoche, colmandole della speranza degli ultimi tempi (cfr. Ger 33,10-13). 


Il salmo mostra come in Israele la liturgia era concepita come espressione di gioia davanti a Dio. Il culto cristiano è nel suo nucleo essenziale "eucaristia", cioè lode e ringraziamento. La chiesa ha dato alla celebrazione eucaristica questo nome perché considera essenziale alla sua liturgia la grande preghiera di ringraziamento e di benedizione di Gesù sopra il pane e il vino (cfr. Lc 22,19; Mc 14,23).


Commento dei Padri della Chiesa


v. 2 "Rallegratevi nazioni tutte della terra! Ricordatevi dei vostri peccati antichi, del tempo in cui servivate gli idoli e sottomettetevi al giogo del Signore. Servitelo nella gioia, perché servirlo è servire la luce, la vita, la verità, la giustizia e la santità: il Signore è davvero tutto questo. Presentatevi a lui con esultanza, perché se uno non lo serve con gioia, non deve osare di presentarsi davanti a lui" (Eusebio).


"Canto di gioia per la redenzione: tutti sono riscattati" (Atanasio).


"Esultate nella libertà della vita nuova" (Girolamo).


«Il servizio degli uomini è penoso, il servizio del Signore è gioioso. Questa gioia nel servizio del Cristo fa sì che noi siamo già, per così dire, alla sua presenza. "L’amico dello Sposo... esulta di gioia alla voce dello Sposo" (Gv 3,29)» (Atanasio).


"Né tristi, né abbattuti, né lenti, ma ilari. Se non si serve Dio nella gioia, non ci si permetta di comparire davanti a lui!" (Cirillo di Alessandria).


«Il Cristo è il padrone che si serve nella dolcezza dell’anima. "Con gioia": è il servizio dei figli e non dello schiavo. Questo comporta ciò che dice l’apostolo: Sopportatevi a vicenda, con amore [cfr. Ef 4,2]» (Agostino).


v. 3 «Quando sapremo che egli è Dio, che è il Signore, allora, giunti in sua presenza per questa stessa conoscenza, confesseremo che egli è il nostro Creatore. È ben evidente che non ci facciamo da noi; e se noi ci figuriamo d’essere gli autori dei nostri figli, Giobbe e Davide sono là per dire a Dio: Le tue mani mi hanno fatto e plasmato. Dio stesso dice a Geremia: "Prima di formarti nel grembo materno, ti ho conosciuto" (1,5). Quanto a quella scervellata che diceva al marito: "Dammi dei figli, se no io muoio!", il marito, che era saggio, le rispose: "Sono forse Dio?" (Gen 30,1-2), perché è Dio che crea i figli. I padri non fanno che procreare, assecondando il comandamento che egli diede al principio... "Siamo suo popolo e gregge del suo pascolo". Questo significa che non esercita solo un dominio, ma una provvidenza. È sovrano, è pastore: noi siamo suo popolo in quanto è re, sue pecore in quanto è pastore» (Eusebio).


"Questo Signore, che ci ha redenti col suo sangue, è il nostro stesso Creatore! Questo crocifisso è Dio!" (Atanasio).


"Gesù Cristo non è altro che colui che parlava a Mosè" (Arnobio il giovane).


"Pecore e pascolo indicano non il dominio, ma la sollecitudine. Il Cristo è il buon pastore [cfr. Gv 10,11-12]" (Teodoreto).


v. 4 "Il Cristo è la porta [cfr. Gv 10,9]" (Girolamo).


v. 5 "Il Signore è con noi tutti i giorni fino alla fine del mondo [cfr. Mt 28,20]" (Agostino).



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